Nel 1796, una nave salpò da Calcutta, in India, con una grande carico di alcolici ma non arrivò mai a destinazione. Durante il tragitto verso Sidney, in Australia, la nave affondò, portando con se sul fondo dell’oceano 31.500 litri di alcolici del diciottesimo secolo ben sigillati. Quando venti anni fa un gruppo di sommozzatori si imbatté nel relitto nella Baia di Sydney, rimase completamente sbalordito nel vedere che l’alcool si era mantenuto nonostante i 200 anni sott’acqua. Ad oggi risulta l’alcol in bottiglia sopravvissuto più antico del mondo. Una volta portato in superficie il caricò rivelò bottiglie di porto, di vino e di birra.
Grazie al ritrovamento di questo carico, il birrificio australiano James Squire ha avviato un progetto piuttosto ambizioso in collaborazione con il Queen Victoria Museum & Art Gallery e l’Australian Wine Research Institute: utilizzare il lievito vecchio di 220 anni per creare la birra più antica del mondo. Dopo una prima analisi, i ricercatori hanno isolato il lievito, scoprendo che è di un ceppo ibrido raro, completamente diverso da quello utilizzato dai birrifici moderni. Un buon punto di partenza per ricreare una birra che non è più in circolazione da 220 anni.
Ma la strada è stata piuttosto tortuosa: intanto “domare” il lievito è stata una impresa non da poco, poi creare una bevanda appetibile ha comportato molte prove e fallimenti. Tuttavia il birrificio alla fine è arrivato ad ottenere la sua birra dal gusto ormai sconosciuto. La “The Wreck Preservation Ale”, così è stata chiamata, verrà commercializzata da giugno con la seguente descrizione: “birra scura, maltata, speziata e tempestosa”.
Altre info: James Squire
Sommozzatore recupera una delle bottiglie
Il sito di ritrovamento
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