Se avete in programma di visitare il Giappone vi consigliano di recarvi dalle parti di Kyoto dove potrete vedere con i vostri occhi antiche assi di legno intrise di sangue che compongono i soffitti di alcuni templi della città. Quelle che sembrano ombre scure sul legno sono in realtà macchie di sangue che ad un esame attento rivelano chiaramente vere e proprie impronte di mani e piedi. Il sangue è quello di 370 samurai che vedendosi sconfitti dal nemico, fecero l’unica scelta rispettabile per la loro categoria: il seppuku, un vero e proprio suicidio rituale. Le assi anticamente componevano il pavimento del castello di Fushimi a Kyoto, che fu uno degli ultimi luoghi di azione del periodo Sengokual (1467-1603) caratterizzato da un conflitto militare quasi costante.
Quando Toyotomi Hideyoshi, il militare che governava allora, nominò suo figlio di cinque anni, Toyotomi Hideyori, suo legittimo successore, furono designati 5 reggenti che governassero in nome del bambino. Alla morte di Hideyoshi, nel 1598, i cinque iniziarono a contendersi il potere. Il più forte di loro, Tokugawa Ieyasu, guadagnò subito la lealtà di molti daimyōs, o signori feudali. Ieyasu decise di assediare il castello di Fushimi, mettendolo sotto la protezione di Torii Mototada, samurai e suo fido alleato, insieme a 2000 uomini. Poco dopo l’assedio, Ishida Mitsunari, un potente daimyō, e suo oppositore organizzò un esercito di 40.000 uomini e marciò verso Kyoto per riprendersi il castello.
Nonostante fossero in inferiorità numerica, Mototada ed i suoi uomini rimasero per difendere il castello e per dodici giorni resistettero alle forze nemiche; nonostante tutto, a causa di un tradimento interno, Mitsunari riuscì ad entrare nella fortezza. Con le fiamme che infuriavano intorno ed il nemico ormai alle costole, Motada ed i 370 samurai rimasti, decisero di suicidarsi. Con le loro spade i guerrieri si squarciarono la pancia morendo di enormi emorragie, ed il loro sangue inzuppò così in profondità il legno, che le tavole si macchiarono permanentemente. Le assi che si salvarono dall’incendio, in onore al sacrificio dei valorosi guerrieri, furono smantellate e incorporate principalmente nei soffitti di castelli e templi di Kyoto. I soffitti conosciuti come chitenjo, o “soffitti insanguinati” si possono vedere nei templi di Genkoan, Shodenji, Yogenin e Myoshinji nel centro di Kyoto, Hosenin nella zona di Ohara, Jinouji in Yawata e Koshoji in Uji.
Una replica del castello di Fushimi ricostruito nel 1964
Impronte macchiate di sangue di 400 anni sul soffitto di Genko-An, Kyoto
Sangue sul soffitto a Genko-An, Kyoto
michael hobby/FlickrMacchie di sangue al tempio Shoden-ji
Impronte insanguinate nel tempio Shodenji
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