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Elefante pigmeo trovato morto con 70 proiettili in corpo e le zanne tagliate

Sembra che la cecità degli uomini non conosca limiti, tanto meno quando si tratta di animali in via d’estinzione. Un elefante pigmeo è stato infatti trovato morto in un fiume sul lato malese dell’isola del Borneo, con 70 ferite da proiettile nel corpo ed entrambe le zanne rimosse. È un duro colpo per una specie in pericolo già devastata dalla perdita del proprio habitat. Sono meno di 1.500 gli elefanti pigmei del Borneo che restano allo stato brado. E ora uno dei loro è stato brutalmente assassinato.

Attenzione: le immagini che seguono potrebbero urtare gli animi più sensibili.

Raro elefante pigmeo trovato morto con 70 proiettili in corpo e le zanne tagliateSabah Wildlife Department

Le analisi preliminari post mortem condotte da funzionari e veterinari del Sabah Wildlife Department hanno concluso che l’animale è stato colpito a distanza ravvicinata con fucili semiautomatici. Le autorità, nel frattempo, stanno cercando quattro o cinque bracconieri individuati come sospetti.

L’animale è stato trovato parzialmente sott’acqua a Sungai Udin e le foto del suo corpo senza vita sono diventate virali sui social media. Sono stati necessari macchinari pesanti per tirare l’elefante fuori dal fiume e metterlo poi su una barca per un’analisi approfondita.

Raro elefante pigmeo trovato morto con 70 proiettili in corpo e le zanne tagliateSabah Wildlife Department

Gli elefanti pigmei sono da molto tempo una specie protetta ai sensi della Wildlife Conservation Enactment del 1997, e quindi i responsabili del barbaro assassinio di questo animale innocente potrebbero rischiare fino a cinque anni di prigione e multe fino a 60.000 dollari.

Raro elefante pigmeo trovato morto con 70 proiettili in corpo e le zanne tagliate

Sabah Wildlife Department

Peter Umbuas, capo della polizia del distretto di Tawau, ha affermato che le forze dell’ordine forniranno la necessaria protezione al Dipartimento della fauna selvatica per lavorare a questo caso. La ricerca dei bracconieri è infatti un’attività pericolosa: “I sospettati sono in possesso di armi da fuoco e il Dipartimento della fauna selvatica ha presentato un rapporto alla polizia”, ​​ha spiegato.

Intanto i colpevoli rimangono a piede libero, e le zanne del povero animale sono state probabilmente vendute al mercato nero.

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