Circa 4.000 persone si sono radunate nel deserto del Mojave in California per un festival post-apocalittico annuale chiamato Wasteland Weekend. Il festival, ispirato ai film Mad Max, ha quest’anno celebrato la sua decima edizione. Creato nel 2010 da Karol Bartoszynski, Jared Butler e James Howard, il festival accoglie partecipanti esclusivamente in costume post-apocalittico.
Il luogo dove si svolge il festival si trova tra Hollywood e il sito di test nucleari del Nevada, ormai in disuso da tempo, dove dal 1951 un totale di 928 bombe nucleari sono state testate durante la guerra fredda.
Altre info: Wasteland Weekend, Facebook, Instagram
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Il festival, che per alcuni versi è simile al Burning Man, è dedicato alle massime fantasie post-apocalittiche, e tutto quello che vi si trova è ovviamente a tema: costumi, maschere, veicoli e persino band musicali, dj e un casinò. Non mancano le simulazioni di combattimenti all’ultimo sangue.
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C’è anche un’area di baratto in cui i partecipanti possono scambiarsi tra loro diversi tipi di oggetti.
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halfcat_halfdevilUno dei partecipanti, professionista informatico, ha raccontato al Guardian: “Andare nelle terre desolate vuol dire lasciarsi alle spalle la vita reale, nessuna preoccupazione per l’ora di punta del traffico, per pagare le bollette … Le persone possono sfuggire alla realtà per un po’, ed è lì che viene fuori il meglio della natura umana”.
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L’evento, a cui possono partecipare soltanto i maggiorenni, organizza anche una competizione che premia i migliori veicoli e costumi, e spesso i partecipanti fanno di tutto per vincere i premi.
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Il pubblico di partecipanti al festival è assolutamente eterogeneo e l’organizzazione ha voluto dare a tutti la possibilità di partecipare: “Le persone sono attratte dall’evento per molte ragioni diverse e non volevamo essere troppo selettivi all’ingresso per non precludere la partecipazione delle persone. Se vogliono partecipare solo in maniera superficiale, possono restare nell’area del campeggio. Per un’esperienza full immersion c’è sempre la città dietro ai cancelli”.
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Ha aggiunto: “Non si tratta di rendere tutto perfetto, ma dell’esperienza che possiamo offrire al partecipante. Quando sei lì e tutto sembra diverso, acquisti un senso di libertà, è una delle cose che interessa di più alle persone che partecipano all’evento”.
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