I film horror non sono tutti spaventosi allo stesso modo, le pellicole che presentano la frase “basato su una storia vera” ispirano in noi una paura molto più profonda.
Il pensiero che il personaggio del serial killer, che uccide e tortura le persone sullo schermo, esista veramente, o che alcune scene macabre traggano spunto da eventi reali, riesce a destabilizzare anche un vero appassionato di film horror. Ma anche thriller e pellicole drammatiche non sono da meno, come vedremo, possono nascondere fatti realmente accaduti degni di un film dell’orrore.
Le 17 storie vere che vi racconteremo dimostrano in pieno quanto la realtà sia più spaventosa della finzione. Qualcosa ci dice che stanotte, prima di dormire, darete un’occhiata sotto il letto.
1. La vera storia dietro il film “L’evocazione – The Conjuring (2013)”
Presumibilmente, questa è la foto più antica conosciuta di casa Perron, scattata molti anni prima che la famiglia si trasferisse. (fonte YouTube)
Il film “L’evocazione – The Conjuring” si basa sulle terribili esperienze vissute da Ed e Lorraine Warren. Ed e sua moglie Lorraine sono stati due demonologhi e scrittori statunitensi. La coppia, dopo aver fondato la New England Society for Psychic Research nel 1952, si occupò di numerose vicende legate a presunte manifestazioni sovrannaturali. Uno dei loro casi più famosi di possessione demoniaca ispirò il film del 2013 che racconta le vicende della famiglia Perron. Carolyn e Roger Perron, insieme ai loro 5 figli, si trasferirono in una fattoria di 14 camere nel Rhode Island, nel gennaio 1971. Fin dall’inizio assistettero a fatti strani. Rumori misteriosi, odori strani e oggetti spariti nel nulla non furono, però, una preoccupazione reale, fino a quando non scoprirono il passato oscuro di quella casa.
L’abitazione era appartenuta alla stessa famiglia per otto generazioni e molti dei suoi componenti erano morti lì in circostanze sospette. Non solo. Indagando ulteriormente i Warrens scoprirono che in quella casa era vissuta anche una presunta strega, Bathsheba Sherman, che si era suicidata proprio nel cortile professando il suo amore per Satana e gettando una maledizione su tutti i futuri abitanti della casa. Gli episodi si moltiplicarono e i Warrens visitarono l’edificio più volte nel corso degli anni. Durante una delle sedute spiritiche eseguite da Lorraine, la signora Perron venne posseduta da uno spirito, si alzò da terra e parlò con voce e lingua demoniache. La famiglia rimase in quella casa infestata fino agli anni ’80. Una volta che i Perron si furono trasferiti, gli strani avvenimenti finirono.
Casa Perron
2. La vera storia dietro il film “L’esorcista (1973)”
La casa di St. Louis dove una volta viveva “Roland Doe”. (fonte: Discovery via Getty Images)La vera storia dietro il film L’esorcista, del 1973, ebbe inizio alla fine degli anni ’40, quando il 13enne “Roland Doe” (il nome reale è sconosciuto), dopo la morte della sua amata zia, iniziò ad avere strani comportamenti. Come abbiamo visto in ogni film sulle possessioni demoniache, si verificarono diversi eventi sovrannaturali come il letto che si muoveva, liquidi misteriosi che gocciolavano dalle pareti e rumori sinistri che provenivano dal pavimento della stanza del ragazzino. I suoi genitori preoccupati chiesero l’aiuto di un prete locale per eseguire un esorcismo. Tuttavia, l’esorcismo non fu mai completato perché Doe ferì il prete con una molla presa dal suo materasso. I genitori decisero allora di portare il figlio nella loro casa nel Maryland, a St. Louis, per un secondo esorcismo. Misteriosi graffi apparvero sul corpo di Doe e il suo letto si mosse violentemente. Doe, secondo i sacerdoti, sarebbe entrato in stato di trance e avrebbe parlato con voce gutturale manifestando reazioni estremamente violente di fronte ad oggetti sacri. Ad un certo punto durante l’esorcismo, incisa sul petto del ragazzino comparve una “X”; ciò portò i sacerdoti a credere che Doe fosse posseduto da 10 demoni. Un ultimo esorcismo ebbe luogo poche settimane dopo all’ospedale Alexian Brothers di St. Louis e questa volta ebbe successo. Dopo essere uscito dalla sua trance, Doe disse semplicemente: “Se n’è andato.”
3. La vera storia dietro il film “Slender Man (2018)”
(Ceron)
Slender Man (in italiano Uomo Snello), nato come fenomeno di Internet, è un personaggio di racconti dell’orrore. La sua creazione si deve a Erik Knudse che ha concepito il personaggio nel 2009 per partecipare a un concorso fotografico sul sito Something Awful. Knudse ha dato vita ad un uomo alto e magro senza volto, con le braccia insolitamente lunghe ed un vestito scuro con una cravatta rossa che nelle sue illustrazioni appariva spesso insieme a dei bambini in alcuni parchi giochi. La sua creazione non solo vinse il concorso, ma Slender Man ebbe un enorme successo su internet dove diventò presto il protagonista di inquietanti storie del terrore.
Una fotografia che presumibilmente mostra Slender Man. (Highpants Paradnoid Android)
Anche se parliamo di un personaggio di fantasia, nella realtà Slender Man ha causato diversi fatti di sangue. Nel 2014, una dodicenne del Wisconsin è stata pugnalata 19 volte dai suoi amici. La motivazione? Compiacere Slender Man. Una delle ragazze coinvolte ha dichiarato al Washington Post che volevano dimostrare agli scettici che Slender Man è reale. Sempre nel 2014 una 13enne, vestita con una felpa con cappuccio e con una maschera bianca, ha accoltellato sua madre per compiacere l’Uomo Snello. In Florida un’altra ragazzina di 14 anni ha dato fuoco alla sua abitazione dopo avere letto diverso materiale su Slender Man.
4. La vera storia dietro il film horror “Open Water (2003)”
Tom ed Eileen Lonergan. (Youtube)
Il 25 gennaio 1998, la coppia di sposi Tom ed Eileen Lonergan lasciò Port Douglas, in Australia, insieme ad altri sub, e non tornò più a terra.
Il gruppo era partito per immergersi nella Grande Barriera Corallina di St. Crispin. Lo skipper della barca condusse il gruppo di 26 passeggeri a 25 miglia al largo della costa del Queensland per raggiungere l’iconico punto di immersione. Dopo avere indossato l’attrezzatura entrarono tutti in acqua. Sfortunatamente, solo 24 persone tornarono a terra. Quello che successe ai Lonergan, che nessuno vide più dal momento dell’immersione, può essere solo ipotizzato.
Purtroppo la coppia venne abbandonata in mare senza che nessuno si rendesse conto della sparizione per i successivi 2 giorni. Quando lo skipper della barca trovò i loro averi ancora sulla barca avviò una ricerca massiccia. Alcuni dei loro attrezzi da sub vennero travati a terra insieme a una lavagnetta con un appunto della coppia che diceva: “A chiunque ci possa aiutare: siamo stati abbandonati sulla barriera corallina di Agin Reef il 25 gennaio 1998 alle 15:00. Per favore, aiutateci e venite a salvarci. Aiuto!!!”.
I corpi dei Lonergan non furono mai trovati e molte persone ipotizzano che potrebbero essere morti per disidratazione, annegamento o attaccati da uno squalo.
5. La vera storia dietro il film “Annabelle (2014)”
La bambola Annabelle all’interno del Museo dell’Occulto dei Warren. (Tony Spera/USA Today)
Nel 1970 una signora del Connecticut comprò una bambola di pezza come regalo di compleanno per sua figlia, nello specifico una Raggedy Ann, una bambola dall’aspetto dolcissimo. La figlia che ormai frequentava il college, felice per quel regalo che le ricordava l’infanzia, portò la bambola nell’appartamento che condivideva con una sua amica. Ma ben presto iniziarono le stranezze.
La bambola Annabelle nella sua teca al Museo dell’Occulto dei Warrens. (Youtube)
Sembrava che la bambola riuscisse a muoversi da sé; veniva ritrovata sempre in una posizione differente o in parti diverse della casa. Inizialmente le due ragazze pensarono a uno scherzo di altri studenti ma quando la bambola iniziò a perdere sangue decisero di rivolgersi a una medium. Quest’ultima dopo aver toccato la bambola disse loro che lo spirito di Annabelle Higgins, una bambina morta all’età di 7 anni proprio nel terreno che ospitava il residence studentesco, era entrato nella bambola, ma che le sue intenzioni non erano cattive. Quando la bambola, però, tentò di uccidere un loro amico con 7 coltellate al petto, le due ragazze decisero di rivolgersi alla chiesa locale che le mise in contatto proprio con Ed e Lorraine Warren, i due demonologhi di cui già abbiamo parlato. La nota coppia, dopo avere assistito a diversi episodi spaventosi, prese la bambola e la chiuse in una teca riposta nel loro Museo dell’Occulto, dove si trova ancora oggi. “L’aspetto è ingannevole”, ha detto Lorraine Warren a USA Today nel 2017. “Non è l’aspetto della bambola che la rende spaventosa; è ciò che è stato infuso in lei: il male”.
6. La vera storia dietro il film “Amityville Horror (2005)”
Gli impiegati dell’ufficio del coroner di Amityville rimuovono un corpo dalla casa di Ronald DeFeo Sr. (Bettmann/Getty Images)
La raccapricciante storia che ispirò il film del 1977 avvenne nella città di Amityville, al 112 Ocean Avenue, di cui potresti già aver sentito parlare. Ronald DeFeo Jr. era il figlio maggiore di Louise e Ronald DeFeo Senior. I tre vivevano con gli altri quattro fratelli di Ronald in una grande casa ad Amityville, a Long Island. L’orribile storia ebbe inizio la mattina del 13 novembre 1974, quando il 23enne Ronald Jr. uccise i suoi genitori ed i fratelli.
La casa di Amityville. (New York Daily News/Getty Images)
Tutti e sei furono assassinati nei loro letti con un fucile. Ronald Jr. ha cambiato la sua versione più volte durante le indagini della polizia. Ma alla fine, ha confessato la verità: aveva ucciso tutta la sua famiglia incitato dalle voci di alcuni spiriti. L’uomo è stato condannato a 6 ergastoli e attualmente sconta ancora la sua pena presso l’istituto di Sullivan Correctional a Fallsburg, New York.
Gli investigatori scortano Ronald DeFeo, Jr. al quartier generale della polizia nella contea di Suffolk. (New York Daily News/Getty Images)
L’anno successivo ai delitti, la casa venne messa in vendita e fu acquistata da George e Kathy Lutz, che rimasero però nell’abitazione per soli 28 giorni. Terrorizzati, il 14 gennaio del 1976 presero i figli e fuggirono dalla casa sostenendo che fosse infestata dagli spiriti. I Lutz raccontarono di avere assistito a eventi paranormali, come strani odori, suoni inspiegabili, e un freddo agghiacciante. Anche Ed e Lorraine Warren vollero studiare la casa e il 24 febbraio e il 6 marzo 1976 visitarono l’abitazione insieme a una troupe televisiva, concludendo infine che in quella casa si avvertiva la presenza di qualcosa di oscuro.
7. La vera storia dietro il film “The Exorcism of Emily Rose (2005)”
Anneliese Michel viene trattenuta da sua madre durante un esorcismo. (Anneliese Michel/Facebook)
La terrificante, ma vera, storia di Anneliese Michel ha ispirato il film del 2005 The Exorcism of Emily Rose. Come Emily Rose, Anneliese era solo un’adolescente quando iniziò a sperimentare misteriosi malesseri. Anneliese era nata in Gremania da una famiglia cattolica ed era molto devota. Dopo diversi attacchi di convulsioni, trance e incontinenza, fu portata da un neurologo che le diagnosticò una rara forma di epilessia.
Anneliese passava i suoi periodi di lucidità mentale a pregare, fino al punto di rompersi le ginocchia in seguito alle continue genuflessioni. (Anneliese Michel/Facebook)
Anneliese iniziò a prendere le medicine per la sua epilessia, ma i sintomi e le sue condizioni iniziarono a peggiorare. La ragazza si convinse così di essere posseduta da un demone. Affermò di vedere la faccia del diavolo ovunque andasse e che sentiva sussurrare demoni nelle orecchie, che le dicevano di “marcire all’inferno” e che era “dannata”. Anneliese e i suoi genitori, alla disperata ricerca di una soluzione alla sua afflizione, si rivolsero ad un sacerdote. Per i successivi dieci mesi, due sacerdoti condussero 67 esorcismi sulla giovane. Durante gli esorcismi, nonostante fosse arrivata a pesare circa 30 kg, perché diceva che i demoni le impedivano di nutrirsi, mostrava una forza sovrumana, tanto da dover essere tenuta ferma da più persone. Inoltre, cosa ancora più inquietante, sembra che parlasse lingue antiche a lei sconosciute come greco, latino e aramaico, utilizzando due diverse voci contemporaneamente. La salute di Anneliese declinò costantemente durante questo periodo fino a quando, nel 1976, la giovane morì di malnutrizione e disidratazione. I genitori di Anneliese e i sacerdoti che eseguirono gli esorcismi furono accusati di omicidio per la sua morte e il caso divenne molto noto e discusso in Germania.
8. La vera storia che ha ispirato il film “Bloody Mary (2006)”
Wikipedia
Il film Bloody Mary, più che tratto da una storia vera, è ispirato alla leggenda legata ad un personaggio storico realmente vissuto. Si dice che dopo avere pronunciato il suo nome per tre volte di fronte a uno specchio nel bagno, illuminati solo con una candela, compaia il terrificante fantasma di una donna che tiene in braccio un bambino morto: Bloody Mary, appunto. La storia della donna in questione, in realtà, è più triste che spaventosa. Parliamo della regina Maria I Tudor, la prima regina reggente d’Inghilterra nel 16° secolo.
Maria era figlia del re Enrico VIII e della sua prima moglie Caterina d’Aragona. Aveva avuto una vita difficile, contrassegnata da eventi come il divorzio dei suoi genitori, la dichiarazione della matrigna Anna Bolena riguardo la sua illegittimità e dolori mestruali cronici. Maria divenne regina nel 1553. Nel 1555 avvenne uno degli eventi decisivi del suo regno che le valsero il soprannome di “Sanguinaria”. All’epoca l’Inghilterra era divisa tra protestanti e cattolici. Maria era una cattolica devota e determinata a unire il suo popolo sotto la “vera religione”. Firmò un atto che permetteva la persecuzione degli eretici, provocando la morte di 240 uomini e 60 donne, ritenuti protestanti, che furono bruciati sul rogo. Nacque così il soprannome di “Bloody Mary”.
Maria soffrì di attacchi di depressione e malinconia per tutta la vita, ritenendo una punizione karmica, per il ruolo che aveva avuto nella morte di tutte quelle persone, il fatto che non riuscisse ad avere figli. Maria morì giovane, all’età di 42 anni, molto probabilmente a causa di un cancro uterino o ovarico, ma le leggende dicono che puoi intravedere la regina morta se osi pronunciare il suo nome tre volte.
9. La vera storia dietro il film “Scream” (1996)
Danny Rolling sotto processo per omicidio. (Public record via Jacksonville.com)
Il film Scream, del 1996, è ispirato alla storia di un uomo che ha terrorizzato un campus universitaria della Florida: lo squartatore di Gainesville. Danny Rolling da bambino e poi da ragazzo aveva subito abusi da parte del padre e lui stesso aveva mostrato tendenze aggressive e scarso controllo degli impulsi per tutta la sua vita. Quando arrivò a Gainesville, in Florida, nel 1990, iniziò la sua carriera di ladro e rapinatore. Ma le sue pulsioni violente sfociarono il 24 agosto 1990, quando fece irruzione nella casa della diciottenne Sonja Larson e della diciassettenne Christina Powell, entrambe matricole all’Università della Florida. Rolling violentò entrambe le donne, le pugnalò e rimosse uno dei loro capezzoli come trofeo. Il giorno dopo, fece irruzione nell’appartamento della diciottenne Christa Hoyt. La ragazza fu violentata, uccisa e decapitata. Le sue ultime due vittime furono due coinquilini, Tracy Paules e Manuel Taboada. Rolling uccise prima il ragazzo e poi riservò alla donna lo stesso trattamento delle altre.
I cinque studenti uccisi da Danny Rolling. (Learning History)
Gli omicidi seminarono il panico nel campus universitario, e moltissimi studenti decisero di abbandonare gli studi e lasciare subito la città. Danny Rolling alla fine fu catturato e condannato alla pena di morte, eseguita nel 2006 per iniezione letale. Poco prima dell’esecuzione, confessò anche gli omicidi dei componenti della famiglia Grissom. Le brutali uccisioni finirono sui notiziari e ispirarono lo sceneggiatore Williamson a scrivere la storia di Scream.
10. La vera storia dietro il film “The Nun – La vocazione del male (2018)”
Il demone Valak ha raggiunto fama internazionale grazie a film come The Nun e The Conjuring 2, ma le leggende e le storie che circondano questo demone risalgono a secoli fa. Il primo riferimento al nome “Valak” si trovava in un grimorio medievale intitolato la “chiave di Salomone”, che era un libro che conteneva incantesimi, evocazioni e segreti naturali. Il libro conteneva i nomi di 72 demoni che il re Salomone avrebbe presumibilmente vinto durante il suo regno. Il numero 62 della lista era proprio Valak. Ma il demone è descritto in maniera molto diversa dalla sua controparte cinematografica, infatti appare come un ragazzo con ali da angelo, che cavalca un drago a 2 teste. Secondo il regista di The Conjuring 2, James Wan, Lorraine Warren gli aveva parlato di una “entità spettrale” che appariva come “una figura incappucciata avvolta da un tornado vorticoso”. Wan decise di far indossare il costume da suora al personaggio per metterlo più direttamente in conflitto con la fede cattolica dei Warren. Il libro di Salomone è stato etichettato come eretico dalla chiesa cattolica e inserito nel loro Indice dei Libri Proibiti del 1599. Tuttavia, è ancora molto popolare in Europa anche grazie al film The Conjuring.
11. La storia vera che ha ispirato i seguenti film: “Psycho (1960)”, “Non aprite quella porta (1974)” e “Il silenzio degli innocenti (1991)”
Ed Gein
Ed Gein è stato un assassino seriale statunitense tra i più famosi. Le sue azioni hanno ispirato diversi thriller e horror a partire da un classico del genere come Psycho. Gein, che fu un bambino timido e piuttosto particolare, e suo fratello ebbero un rapporto morboso con la madre, fanatica religiosa, che spesso confinava i figli in isolamento nella loro fattoria. La donna leggeva tutti i giorni ai bambini passi della Bibbia in cui si parlava di morte, omicidio e punizione divina. L’immoralità del mondo e il fatto che tutte le donne, eccetto lei, fossero prostitute, erano i concetti fondamentali su cui si basava la sua educazione. Quando Gein aveva 38 anni, il fratello morì in circostanze sospette; poco tempo dopo morì anche la madre. Questo trauma fece crollare definitivamente lo stato mentale di Gein che diede inizio a una serie di orrori. Quando il 17 novembre 1957 una commessa di una drogheria sparì nel nulla, le prove condussero la polizia a sospettare di Gein, e quando perquisirono la sua abitazione rimasero scioccati da ciò che trovarono.
La sedia di Gein, rivestita in pelle umana. (Getty Images)
La polizia non solo trovò il corpo della donna decapitato, ma anche diverse parti di corpi umani disseminati nell’abitazione. Teschi sulla testata del letto, utensili da cucina fatti di ossa e oggetti domestici fatti di pelle umana, come sedie e un cestino. Labbra umane che decoravano una finestra, leggins e maschere di pelle umana, una colonna vertebrale utilizzata come lampada e altri orrori simili che gli valsero il soprannome di Macellaio di Plainfield. Gein ammise l’omicidio della commessa e disse di aver riesumato diversi cadaveri dal cimitero locale. L’uomo rivelò anche il movente dietro i suoi crimini: cucire un “vestito” da donna per poter diventare sua madre. Gein fu condannato per due omicidi, ma probabilmente le sue vittime furono di più; il cannibalismo, da molti sospettato, non fu mai provato. Gein, che scampò la sedia elettrica per infermità mentale, morì nel 1984 in un manicomio criminale per insufficienza respiratoria in seguito a un cancro.
12. La storia vera dietro il film “Le colline hanno gli occhi (2006)”
Un’opera d’arte che raffigura Sawney Bean fuori dalla sua caverna. (Wikimedia Commons)
Dietro il film del 1977 di Wes Craven, così come nel suo remake del 2006, si nasconde il leggendario personaggio di Sawney Bean, serial killer a capo di una piccola comunità, giustiziato per avere ucciso e cannibalizzato numerose persone. Una tra le storie più raccapriccianti che hanno ispirato film horror. Secondo il Newgate Calendar, un registro dei crimini commessi, redatto nel carcere di Newgate a Londra, Sawney Bean viveva in una grotta con circa 48 membri della sua famiglia, tra cui oltre una dozzina di bambini nati dalla sua unione con Agnes Douglas, e dozzine di nipoti per lo più frutto di incesto. Sembra che la famiglia sia sopravvissuta grazie a omicidi e cannibalismo. Secondo la leggenda, le vittime sarebbero state oltre 100 e tutti viaggiatori solitari. Il gruppo venne scoperto grazie a una imboscata delle autorità locali e ogni membro della famiglia venne condannato a morte.
13. La storia vera dietro il film “La vedova Winchester (2018)”
La misteriosa casa Winchester. (Wikimedia Commons)
Il film del 2018 racconta la storia, più triste che spaventosa, dell’eccentrica ereditiera Sarah Winchester e della sua dimora. La storia della vedova e del suo palazzo sono vere, ma gli eventi paranormali che si vedono nel film sono esistiti solo nella mente angosciata della donna. Sarah nacque in una famiglia benestante nel 1840 e aveva il meglio che la vita potesse offrire. Andò nelle migliori scuole e fece un buon matrimonio da cui nacque una figlia. Tuttavia, quando aveva circa vent’anni, la sua vita perfetta cadde a pezzi. Sua figlia morì e un decennio dopo lo stesso fece suo marito, lasciandola sola, ed estremamente ricca. Suo marito le lasciò il suo 50 percento dell’impero della Winchester Repeating Arms Company, e un cospicuo patrimonio.
Sarah Winchester davanti alla sua casa. (CO Springs Real Estate News)
La donna per superare il suo dolore e su consiglio di una medium fuggì a San Jose, in California, e acquistò una fattoria. Sarah, che temeva i fantasmi di coloro che erano stati uccisi dalle armi prodotte dalla sua famiglia, credeva che l’unico modo per tenere a bada gli spiriti arrabbiati fosse costruire e ampliare senza sosta questa nuova abitazione. La medium, inoltre, le disse che se non avesse continuato ad ampliare la casa, sarebbe morta. La donna diede il via ad una costruzione infinita, piena di elementi casuali, come le diverse scale che terminano bruscamente e non portano da nessuna parte.
Una scala che non porta da nessuna parte in casa Winchester. (The Jet Packer)
La casa fu costruita e ricostruita 24 ore al giorno, sette giorni alla settimana, dal 1886 fino alla morte di Sarah nel 1922. La dimora oggi presenta 200 stanze, 10.000 finestre, 47 caminetti e 2.000 porte ed è aperta al pubblico.
14. Il film horror “Il serpente e l’arcobaleno (1988)” e la storia vera a cui è ispirato
Clairvius Narcisse. (Alchetron)
Il film del 1988 di Wes Craven si ispira alla storia di Clairvius Narcisse, l’uomo zombie. Il quarantenne Clairvius Narcisse venne dichiarato morto il 2 maggio 1962 nell’ospedale A. Schweitzer di Deschapelles, sull’isola di Haiti, a seguito di diversi sintomi tra cui forti dolori, sangue alla bocca e una febbre molto alta. Le esequie si svolsero il giorno seguente e l’uomo fu sepolto nella tomba di famiglia. Nel 1980 un uomo si presentò di fronte alla sorella di Narcisse, mentre la donna faceva spesa al mercato, affermando di essere Clairvius in persona. Il presunto Narcisse raccontò di essere stato vittima di un rito vudù che lo aveva completamente paralizzato, tanto da sembrare clinicamente morto anche se cosciente. Disse che in tutti quegli anni era stato portato in una piantagione come schiavo, finché non era riuscito a fuggire. Alcuni test psichiatrici e domande, a cui solo un membro della famiglia Narcisse avrebbe potuto rispondere, confermarono la sua identità.
Wade Davis nella sua casa. (wikipedia)
Ed è a questo punto che l’antropologo canadese Wade Davis iniziò a interessarsi all’incredibile caso; Dvais partì per Haiti per indagare su questa “pozione” che avrebbe reso Narcisse uno “zombie”. Davis scoprì che la morte apparente dell’uomo era stata provocata da un intruglio contenente una sostanza altamente paralizzante, la tetrodotossina, presente nel pesce palla, e che il suo stato di torpore mentale e allucinazioni nel periodo successivo fossero causate da ulteriori droghe somministrate all’uomo nella piantagione. Per tutti quegli anni Narcisse si era sentito proprio come un morto vivente.
15. La vera ed inquietante storia dietro il film “An American Crime (2007)”
La sedicenne Sylvia Likens. Nella foto a destra dopo essere stata torturata a morte. (Wikimedia Commons/YouTube)
La storia di questo film è tratta dal peggior crimine mai commesso nello Stato dell’Indiana. A dirlo fu il pubblico ministero nel processo per l’omicidio della sedicenne Sylvia Likens. Sylvia e sua sorella Jenny vennero affidate dai genitori giostrai, costretti durante i loro viaggi di lavoro a lasciare i figli, ad una donna di nome Gertrude Baniszewski, per 20 dollari a settimana. Ma al ritardo di uno dei pagamenti la donna diede il via a una serie di violenze terminate solo con la morte della giovane. Le due ragazze, ma in particolar modo Sylvia, vennero regolarmente picchiate e torturate dalla donna, dai figli e da altri due ragazzi del quartiere. Fino a quando, il 26 ottobre 1965, dopo diversi pestaggi, ustioni e bagni bollenti, Sylvia Likens morì di emorragia cerebrale, shock e malnutrizione. Le umiliazioni e le torture fisiche e morali che subì la ragazza sono indicibili, e frutto di esseri umani in carne e ossa. La realtà può essere molto più spaventosa e agghiacciante di un film horror.
La foto della polizia di Gertrude Baniszewski, scattata poco dopo il suo arresto il 28 ottobre 1965(a sinistra). Richard Hobbs, il vicino che aiutò a picchiare a morte Sylvia Likens.
Il 19 maggio 1966 Gertrude Baniszewski fu condannata per omicidio di primo grado e condannata al carcere a vita. Sua figlia Paula, che aveva dato alla luce una figlia durante il processo, fu condannata per omicidio di secondo grado e alla reclusione a vita. Hobbs, Hubbard e John Baniszewski furono giudicati colpevoli di omicidio colposo e condannati a 2 anni di carcere. Paula fece solo due anni di carcere e Gertrude uscì per buona condotta nel 1985 ma morì di cancro ai polmoni il 16 giugno 1990. Hobbs morì di cancro ai polmoni all’età di 21 anni e la sorella di Sylvia, Jenny Wade Likens, morì di attacco cardiaco il 23 giugno 2004, all’età di 54 anni.(Bettmann/Getty Images)
Il corpo di Sylvia Likens viene trasportato nella bara, 1965. (WelkerlotsWelkerlots/YouTube/YouTube)
16. La vera storia del film “Paura primordiale (2007)”
Il coccodrillo Gustave. (Youtube)
Il film racconta la storia di un giornalista televisivo e il suo cameraman che si recano in Burundi per documentare l’esistenza di un enorme coccodrillo che ha ucciso numerose persone. Nella realtà il coccodrillo esiste davvero. Si chiama Gustave e secondo le stime misura 5,5 metri di lunghezza, vive nel Burundi e si dice che abbia ucciso ben 300 persone. Le sue misure esatte sono sconosciute visto che il coccodrillo non è mai stato catturato, ma potrebbe pesare più di 910 kg. Secondo gli scienziati e gli erpetologi che hanno studiato Gustave, l’esemplare dovrebbe avere poco più di 60 anni. Sempre secondo gli esperti, le sue grandi dimensioni e il suo peso ostacolerebbero la sua capacità di cacciare le prede più agili preferite dalla specie come pesci, antilopi e zebre, costringendolo ad attaccare animali più grandi come gli ippopotami e… gli umani.
17. La storia vera del film horror “Nightmare – Dal profondo della notte (1984)”
Il serial killer di bambini Albert Fish. (Getty Images/Bettman)
Chiudiamo questa serie di storie vere che hanno ispirato film horror con un vero cult del genere: Nightmare – Dal profondo della notte. Il regista Wes Craven per il personaggio di Freddy Krueger si è ispirato a un serial killer americano: Albert Fish, uno dei pedofili e assassini più efferati della storia. Fish uccise almeno 300 bambini. Ma la vera storia che ha ispirato il film fu un fatto di cronaca riportato dal Los Angeles Times: la morte di un ragazzino cambogiano avvenuta durante il sonno. Il ragazzino e la sua famiglia erano da poco giunti negli Stati Uniti, dopo essere scapati dai campi di sterminio nella loro nazione, quando il giovane iniziò ad avere incubi così spaventosi e realistici da non volere più dormire. Nel sogno un uomo deformato gli dava la caccia, ed era così spaventato da ritenere ormai la sua vita in pericolo. Il ragazzino riuscì a restare sveglio per 5 giorni consecutivi, ma lo stato alterato della sua psiche convinse i genitori ad intervenire. Decisero di somministrargli un sonnifero di nascosto. Il giovane dormì per tutto il pomeriggio senza conseguenze, ma la notte i genitori lo sentirono urlare disperatamente nel sonno. Il poveretto morì quella notte mentre dormiva, probabilmente per un infarto.
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