Eric Toner, uno scienziato americano del Johns Hopkins Center for Health Security, non era sorpreso quando, all’inizio di gennaio, sono apparse le prime notizie di un misterioso focolaio di coronavirus a Wuhan. Meno di tre mesi prima, Toner aveva effettuato una simulazione di una pandemia globale causata da un coronavirus. “Ho pensato a lungo che il virus più probabile che avrebbe potuto causare una nuova pandemia sarebbe stato un coronavirus”, ha detto Toner. Lo studio di Toner ha simulato un’ipotetica pandemia di un coronavirus immaginario chiamato CAPS originato negli allevamenti di suini del Brasile (il virus di Wuhan è nato in un mercato del pesce), e i risultati avevano mostrato che, dopo sei mesi, quasi tutti i paesi del mondo avrebbero avuto casi di malati. Nell’arco di 18 mesi, 65 milioni di persone sarebbero morte.
Il virus nella simulazione di Toner, i cui risultati non si riferiscono in alcun modo all’attuale virus di Wuhan, è resistente a qualsiasi vaccino moderno, più micidiale della SARS, ma facile da contrarre come l’influenza.
I coronavirus colpiscono in genere il tratto respiratorio e possono portare a malattie come polmonite o il raffreddore comune. Un coronavirus è stato anche responsabile dello scoppio della sindrome respiratoria acuta grave (o SARS) in Cina, che ha colpito circa 8.000 persone uccidendone 774, nei primi anni 2000.
L’epidemia di Wuhan non è ancora considerata una pandemia, ma la presenza del virus è stata segnalata anche in USA, Francia, Australia, Tailandia, Giappone, Corea del Sud, Taiwan, Vietnam, Singapore e Arabia Saudita.
“Non sappiamo ancora quanto questo coronavirus sia contagioso. Sappiamo che si sta diffondendo da persona a persona, ma non sappiamo fino a che punto”, ha detto Toner. “Una prima impressione è che questo virus è significativamente più mite della SARS. Questo è rassicurante. D’altra parte, potrebbe essere più facilmente trasmissibile della SARS, almeno in ambito comunitario”.
L’epidemia simulata da Toner è iniziata in piccolo: alcuni agricoltori hanno iniziato a manifestare sintomi simili all’influenza o alla polmonite. Da lì, il virus si è diffuso nei quartieri urbani più poveri e densamente abitati del Sud America. I voli sono stati cancellati e le prenotazioni di viaggi sono diminuite del 45%. Le persone hanno diffuso false informazioni sui social media. Dopo sei mesi, il virus si era diffuso in tutto il mondo. Un anno dopo, aveva ucciso 65 milioni di persone. La simulazione prevedeva anche una crisi finanziaria globale: i mercati azionari scesi dal 20% al 40% e il prodotto interno lordo globale precipita dell’11%.
La pandemia di influenza spagnola del 1918, causò dai 50 ai 100 milioni di morti.
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