Estate 2019, girando per sentieri, boschi e giardini, al crepuscolo mi trovo di fronte una pianta di lavanda splendidamente fiorita presa “d’assalto” da due esemplari di sfinge del galio, conosciuta anche come sfinge colibrì, il nome scientifico è macroglossum stellatarum, alcuni la chiamano anche l’uccellino delle buone notizie.
Sfinge colibrì proprio perché ha un comportamento molto simile al colibrì, si sposta con grande rapidità da un fiore all’altro senza mai posarsi, proprio per questo molto difficile da fotografare del resto batte le ali con una frequenza di 70/80 battiti al secondo. Ho con me, come al solito, la macchina fotografica quindi inizio a scattare fotogrammi in rapida sequenza ottenendo alcune immagini che mi soddisfano. Rimanere chinati per parecchio tempo con la macchina fra le mani può diventare faticoso, ma poi riguardando le immagini tutto passa.
E’ la magia della macrofotografia, quando rivedi le immagini nello schermo ti accorgi di particolari che ad occhio nudo non potresti mai notare, la soddisfazione è grande almeno per quanto mi riguarda. Fotografare particolari di madre natura diventa accattivante al punto di rimpiangere di non essere un entomologo od un botanico o addirittura entrambi ma ………. tant’è!
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