Durante la Gilded Age del tardo 19° secolo, Detroit era nota ad alcuni come la Parigi del West, per la sua architettura opulenta, i grandi viali e il ricco paesaggio urbano. Diventata poi un importante nodo di trasporto, decine di migliaia di immigrati europei vennero in cerca di lavoro nell’industria cantieristica e in quella dell’automobile, che diede origine alla “Motor City”. I successi di Ford, Chrysler e Dodge contribuirono ad alimentare un boom edilizio che vide la nascita di numerosi grattacieli Art Deco e neogotico nel corso degli anni 1920.
Non passò molto tempo, e Detroit diventò la quarta città più grande degli Stati Uniti. Ma la crisi della benzina del 1973 e del 1979 colpì duramente l’industria automobilistica. Afflitta da tensioni razziali e da un aumento del traffico della droga durante lo stesso periodo, Detroit si vide immersa in un periodo di disoccupazione a causa del crollo della sia supremazia industriale.
Molti dei grandi edifici della città sono diventati degli scheletri di se stessi, per i quali non vale la pena ristrutturare né demolire. Luoghi abbandonati testimoni di un passato non lontano.
Il Michigan Theatre di Detroit, diventato un parcheggio
Edificio abbandonato della Bible Community di Detroit
Un’inquietante bambola all’Heidelberg Project
Cinema abbandonato
Un compro oro
Ristorante O’Dell’s Lounge & Grill abbandonato
Il Temple Bar
Una strada di Detroit abbandonata
Il paesaggio industriale in rovina di Detroit
Autoricambi
Un deposito per barche abbandonato
Una fabbrica di auto abbandonata
Art house
Fabbrica abbandonata
USA Food Center
Un supermercato abbandonato di Detroit
Negozio alimentari
Un’auto abbandonata trasformata in arte – Heidelberg Project
La stazione Michigan Central Terminal, un’icona della Detroit abbandonata
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