La desertificazione, un processo climatico-ambientale, solitamente causato o accelerato dalle attività dell’uomo, che porta alla degradazione del suolo e alla trasformazione dell’ambiente naturale in deserto, ha suscitato molte preoccupazioni nell’ultimo decennio. Molti credono che la desertificazione sia l'”inghiottimento” di terre adiacenti ai deserti, ma in realtà si tratta di un processo in cui la terra che una volta era fertile diventa deserto a causa di cambiamenti climatici o pratiche agricole insostenibili.
Il fenomeno rappresenta un grave problema in Egitto, dove il 96% del suolo è deserto. Ma se viaggiassi in auto a circa 15 km a ovest del Canale di Suez, vedresti lussureggianti foreste di eucalipti, teak e mogani il cui verde contrasta curiosamente con la sabbia arancione e il cielo blu sopra il deserto del Sahara. Com’è possibile? Si tratta della foresta di Serapium ed è la più fertile delle 36 terre egiziane che fanno parte di un ambizioso programma per combattere la desertificazione creando foreste gestite in modo sostenibile e alimentate interamente da acque reflue.
In Egitto è in atto un programma di imboschimento del deserto usando le acque reflue delle città vicine
La foresta di Serapium è uno dei risultati di questo programma governativo
La foresta, creata nel Sahara, contiene alberi di eucalipto, teak e mogano
La foresta si trova a poca distanza dalla popolosa città egiziana di Ismailia, 400.000 abitanti che producono ogni anno milioni di tonnellate di acque reflue e fognarie.
Le acque fognarie vengono prese dalla vicina città di Ismailia
Le acque di scarico vengono portate in una struttura situata a circa 20 km dalla foresta di Serapium, arrivano in vasche sotterranee popolate da microrganismi dove viene immesso ossigeno per accelerare il processo di decomposizione e purificazione, e infine un sistema di tubature porta le acque reflue in tutta la foresta.
Le acque vengono portate in una struttura a circa a circa 20 km dalla foresta e qui vengono purificate
Le recenti ricerche degli scienziati egiziani suggeriscono che il potenziale delle acque reflue usate per il rimboschimento nel paese potrebbe trasformare più di mezzo milione di ettari di deserto in foreste coltivabili ed economicamente sostenibili.
Poi, vengono portate nella foresta per dare acqua alle piante mediante un sistema di irrigazione
Poiché le acque reflue umane sono ricche di azoto e fosforo anche dopo essere state trattate, rappresentano a tutti gli effetti un fertilizzante che viene fornito gratuitamente dai cittadini di Ismailia.
L’iniziativa, chiamata Programma Nazionale per l’Uso Sicuro delle Acque Reflue Trattate per l’Imboschimento, sta permettendo all’Egitto di raggiungere gli obiettivi prefissi durante la conferenza ONU di Rio del 1992 sui cambiamenti climatici, grazie ad una quantità di alberi tale da riuscire ad assorbire centinaia di tonnellate di CO2.
La ricerca è stata supportata da Forest Finance, una società tedesca di investimenti forestali che ha già creato foreste quasi naturali a Panama e in Vietnam per assistere quei paesi nello sviluppo economico, nell’assorbimento della CO2 e nella conservazione della fauna selvatica.
Forest Finance vuole aumentare il numero di specie di piante coltivate nella foresta di Serapium realizzando una piantagione al suo interno. In questo modo, la varietà delle piante presenti nella foresta sarebbe in grado di supportare una più ampia biodiversità, e si spera di aumentare anche la redditività.
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