Nella sua scuola Cj è stato chiamato femminuccia, è stato additato come gay ed è stato preso in giro moltissime volte. I bambini lo hanno messo in imbarazzo, ferito con penne, spinto, preso a calci e persino il custode della scuola lo ha chiamato “signora”. Cj ha 12 anni e il diritto di essere e sentirsi chiunque voglia. Nonostante tutte le difficoltà, grazie all’appoggio e all’amore della madre, Cj è un bambino forte.
Altre info: Raising my rainbow | Instagram
Insieme alla mamma, Cj condivide la sua storia su un blog e un account Instagram. “I bulli non mi faranno smettere di essere me stesso. Penso che sia importante per le persone, compresi i bulli e gli haters, vedermi, perché le persone hanno bisogno di vedere che ci sono bambini come me là fuori. E i bambini con una varianza di genere devono vedere altri bambini come loro. Più persone ci vedono, meno siamo “diversi”. Inoltre, non mi vergogno di ciò che sono”.
andreadomjanphotographySe tutti quelli che hanno deriso Cj potessero mettersi nei suoi panni solo per un giorno, come si sentirebbero? Questo bambino sorprendente non si fa fermare dall’odio che incontra, ma, anzi, utilizza queste esperienze per aiutare altri bambini come lui ad essere più forti.
A scuola Cj ha avuto problemi anche nel vestire. Secondo la legge federale, gli studenti hanno il diritto di vestirsi e presentarsi in modo coerente con la loro identità di genere, purché seguano le regole su come vestirsi che si applicano a tutti gli studenti. Questo include il modo in cui si vestono a scuola ogni giorno, nonché balli e altri eventi scolastici.
andreadomjanphotographyIl regolamento non dovrebbe rivolgersi a ragazze e ragazzi ma a persone. Invece di dire “i ragazzi devono vestirsi in questo modo e le ragazze in quest’altro”, dovrebbero provare con qualcosa del genere: “Gli studenti dovrebbero indossare camicie con colletto, pantaloni, abiti o tute eccetera eccetera”.
Cj, che si sentiva discriminato dalle regole scolastiche sull’abbigliamento, attraverso incontri e campagne e-mail, ha indotto il suo distretto scolastico a modificare il regolamento. “Mia madre dice che se sei in grado di aiutare altre persone, dovresti. Quindi è quello che faccio. Ho contribuito a rendere la mia scuola elementare la prima scuola del distretto ad adottare un codice di abbigliamento che non fosse specifico per genere. Un anno dopo, il codice di abbigliamento è stato utilizzato come modello per l’implementazione in ogni scuola elementare del distretto. Sono 26 scuole!”. Davvero un grande risultato!
Tutte le foto di Andrea Domjan
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