45 volte in cui i bambini hanno insegnato gentilezza ed empatia agli adulti

Spesso, gli adulti non cercano di comprendere davvero l’universo dei bambini, e liquidano i loro comportamenti con frasi del tipo “Sono solo bambini”, pensando che siano solo distratti e privi di logica. Si tratta di un atteggiamento superficiale, ancorché involontario, che ci impedisce di imparare ciò che quelle piccole, incredibili menti hanno da offrire. Ad esempio, una delle caratteristiche che spesso gli adulti non riescono a vedere nei bambini è l’empatia.

Il tema dell’empatia nei bambini può creare confusione. Secondo molti esperti, sebbene l’empatia sia fondamentale per lo sviluppo di relazioni sociali sane e di tratti caratteriali come la gentilezza, essa non è necessariamente qualcosa che il bambino acquisisce entro una certa età. Non esiste un esame o un test che possa essere eseguito per verificare che un bambino sia empatico.

Per molti, osservare da vicino il comportamento di un bambino in età prescolare può portare a pensare che non sia dotato affatto di empatia. Ma le radici dell’empatia iniziano dall’avere una risposta emotiva alla sofferenza di un’altra persona. Sapere, poi, come gestire questi sentimenti e tradurli in comportamenti che possano davvero aiutare un’altra persona è un compito molto più complesso, che richiede maturità ed esperienza.

Empatia significa che un bambino:

• Comprende di essere una persona distinta da coloro che lo circondano e che altre persone possono avere sentimenti e punti di vista diversi dai suoi.
• È in grado di riconoscere i propri sentimenti e quelli degli altri, e di dare loro un nome.
• Può regolare le proprie risposte emotive.
• Può mettersi nei panni di qualcun altro e immaginare come potrebbe sentirsi.
• Può immaginare che tipo di azione o risposta potrebbe aiutare una persona a sentirsi meglio.

L’empatia è un work-in-progress che avviene durante l’infanzia e l’adolescenza, ed è modellata da una serie di fattori tra cui genetica, personalità, contesto e ambiente. L’empatia, tuttavia, non si manifesta automaticamente nei bambini. Anche se siamo nati con la capacità di essere empatici, lo sviluppo dell’empatia richiede esperienza, pratica e il giusto ambiente.

L’empatia è un’esperienza sia emotiva che cognitiva. Le componenti emotive dell’empatia sono le prime ad emergere. I bambini iniziano da subito a riflettere gli stati emotivi e le espressioni di coloro che li circondano. Grazie ai neuroni specchio, i bambini di appena 18 ore mostrano spesso una certa reattività verso altri bambini in difficoltà. Non si insegna ai bambini come farlo, sono nati per mappare le esperienze degli altri nel loro cervello e nel loro corpo.

Le prime esperienze emotive tra i bambini e i loro genitori sono cruciali per lo sviluppo dell’empatia. Mentre i genitori nutrono e si prendono cura dei bambini, i bambini creano delle associazioni tra interazioni umane positive e sentimenti di calma e sicurezza. I bambini che si sentono al sicuro, protetti e amati sono alla fine più sensibili ai bisogni emotivi delle altre persone. La qualità di questa connessione tra genitori e bambini ci dice se il bambino sarà più o meno empatico negli anni a venire.

Man mano che i bambini crescono, le componenti cognitive dell’empatia iniziano ad emergere e completano i modelli emotivi che hanno formato durante i primi anni di vita. Negli anni della scuola materna, i bambini diventano più consapevoli che le persone hanno corpi, sentimenti ed esperienze diversi. Iniziano a sviluppare la capacità di mettersi nei panni di qualcun altro e di preoccuparsi del suo stato fisico ed emotivo.

Le componenti cognitive dell’empatia si manifestano intorno ai sei o sette anni, quando il bambino mostra maggiore capacità di vedere il punto di vista di un’altra persona e di offrire soluzioni o aiuto quando nota qualcuno in difficoltà. La pratica di connettersi con l’esperienza di un’altra persona è alla base delle complesse questioni etiche e morali che i giovani iniziano ad affrontare, come il bullismo, la disuguaglianza o il razzismo.