Agnes Richter, che visse tra la fine dell’800 ed i primi anni nel ‘900, fu una sarta tedesca che per un periodo della sua vita venne rinchiusa nella clinica psichiatrica di Heidelberg.
Durante la degenza, la sarta ricamò la sua stessa camicia di forza, con cui veniva tenuta immobile durante gli spostamenti o i momenti di agitazione, utilizzandola come un diario, con frasi in deutsche schrift, una vecchia scrittura tedesca. Le frasi sono frammentate e tra quelle decifrate si leggono “Io non sono grande”, “Desidero leggere” e “Mi tuffo a capofitto nel disastro”.
Questo e molti altri pezzi d’arte prodotti da pazienti psichiatrici, tra cui 5.000 dipinti, sculture in legno e schizzi, si trovano presso la University of Heidelberg Psychiatric Clinic e sono stati raccolti dallo psichiatra Hans Prinzhorn all’inizio del XX secolo. Nonostante la malattia ed i tormenti, i pazienti del dottor Prinzhorn hanno trovato un modo per registrare il loro viaggio in questo mondo, trasformando elementi di contenimento, come la camicia di forza, in ali per la propria anima.
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