Il tema dell’incomunicabilità, onnipresente di questo secolo, prende parte da un argomento affrontato da diverso tempo tramite la rappresentazione fotografica dell’indicibilità del reale e della solitudine del soggetto, tentando di esternare l´afasia, con il silenzio oppure con la decostruzione.
La realtà del nostro secolo è confusa, varia e caotica, e frastorna l’uomo con un mosaico infinito di possibilità mentali alla quale ne consegue una reazione di disorientamento e di solitudine che deriva dal non riuscire a ricostruire i frammenti impazziti del proprio ventaglio interiore.
La conquista di tutto ciò è la lotta per costruire un apparente piccolissimo spazio di comunicazione e creare quel luogo che sta dentro ognuno di noi, da cui ha origine la scossa della nostra energia e che porta l´attività mentale a costruire realtà di vasta dimensione; è il luogo dove la nostra coscienza cresce e diventa presente ai fatti del nostro vivere, per cercare e dare la migliore risposta a tutto ciò che sta attorno a noi.
La presenza della figura umana aumenta nelle sue dimensioni nella sequenza di immagini, sempre più coinvolta nel contesto urbano rappresentato da grandi spazi circondati da solitudine, con forte presenza di città deserte ed architettura.
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