I volti possono parlare senza bisogno di parole? Secondo il fotografo Dylan Hamm, decisamente si.
Hamm ha fotografato una serie di persone, uomini e donne, prima vestite e poi completamente nude. Primissimi piani in cui potete vedere ben poco della persona se non il volto. Ad uno sguardo iniziale vi sembrerà di non percepire grandi differenze tra i due ritratti messi a confronto ma conoscendo il contesto del servizio fotografico, dovrete riconsiderare le vostre impressioni. Tra una foto e l’altra, potrete notare, allora, piccoli cambiamenti nelle espressioni o negli occhi, che saranno più o meno seriosi a seconda del livello di autostima della persona fotografata.
Mutamenti quasi insignificanti che assumono un significato completamente diverso parlando di nudità. Sapreste dirci in quale delle due foto la persona non è vestita? Scrivetelo nei commenti.
Altre info: Dylan Hamm | Instagram
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L’artista non ha specificato quale lato del collage rappresenti la persona svestita. Lascia allo spettatore il compito di individuarla in un gioco di ipotesi. In un caso un soggetto vestito è a destra, nell’altro a sinistra, quindi chi guarda decide solo in base al volto del modello.
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Con il progetto “Naked Faces” il fotografo vuole dimostrare che i nostri volti rivelano più di quello che vorremmo dire o di cui siamo consapevoli.
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Hamm ha raccolto volontari disposti a farsi fotografare nudi con l’accordo che nessuna vera nudità sarebbe stata fotografata o pubblicata.
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“Ho scelto che i modelli fossero nudi perché volevo catturare la loro vulnerabilità. Ho fatto rimuovere abiti e gioielli ed ho chiesto loro di non truccarsi. Li ho anche fatti salire su una scatola, per dare loro una sorta di piattaforma su cui appoggiarsi, sia fisicamente che mentalmente” ha spiegato l’artista.
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“La reazione dei modelli, una volta nudi, non era mai uguale; c’era chi rideva, chi urlava o chi faceva battute” ha detto Dylan. I risultati dell’esperimento sono stati molti variabili: da un leggero sogghigno o una scintilla appena percettibile negli occhi, a volti evidentemente turbati.
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“Potevo sentirli parlare di come si sentivano mentre scattavo. Alcuni erano orgogliosi ed eccitati, altri nervosi, ma quando entrarono nella stanza, alcuni dei loro atteggiamenti cambiarono. Fiduciosi fuori, ma silenziosi e nervosi dentro, e anche l’opposto”.
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Hamm ha potuto notare anche una differenza di atteggiamento tra uomini e donne: “C’erano donne che erano nervose, ma poi orgogliose una volta nude; mentre ci sono stati uomini con un atteggiamento sicuro prima, e vulnerabile dopo”.
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