L’artista giapponese Hiroshi Sato crea dipinti ad olio geometrici che esplorano gli angoli della nostra coscienza, offrendo una sua personale interpretazione della vita moderna.
Nei dipinti di Sato ritroviamo influenze di artisti del passato e del presente, tra cui Vermeer, Andrew Wyeth, Euan Uglow e Chuck Close.
Nato nel 1987 in Giappone, Sato ha trascorso gran parte della sua infanzia in Tanzania. Dopo la scuola, è giunto a Roma, dove è stato ispirato dalla scultura classica. In seguito si iscrive al programma di Belle Arti presso l’Academy of Art University di San Francisco.
Il suo lavoro attuale segue i principi geometrici degli antichi maestri, con l’obiettivo di “raffigurare e comprendere meglio i nostri vari stati di coscienza”.
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