Zdzisław Beksiński, uno dei più grandi artisti polacchi da decenni, sottovalutato nel suo paese ma per fortuna amato in tutto il mondo, nacque a Sanok, nella Polonia meridionale. Meglio conosciuto come pittore, fu anche fotografo, illustratore, scultore e grafico.
Laureato con un diploma in Ingegneria Edile e un M.Sc. in scienze tecniche, Beksinski non ebbe alcuna formazione come artista.
Negli anni 50 trascorse diverso tempo a lavorare in vari cantieri nelle città di Cracovia e Rzeszow, per la fabbrica di autobus Autosan, per progettare i corpi di autobus e minibus.
I suoi dipinti sono stati principalmente creati utilizzando colori ad olio su pannelli di fibre che preparava personalmente.
Il “Fantastic period”, che è durato fino a metà degli anni 1980 è il suo periodo più noto, durante il quale ha creato immagini molto inquietanti, che mostrano un ambiente post-apocalittico, surreale, con scene molto dettagliate di morte, decadimento, paesaggi pieni di scheletri, figure deformate e deserti. Come l’artista ha detto: “Ciò che conta è quello che appare nella tua anima, non ciò che gli occhi vedono ne ciò a cui puoi dare un nome”.
Gli anni ’90 furono un periodo molto tragico per Beksinski. La sua amata moglie, Zofia, morì nel 1998. Un anno dopo, il figlio Tomasz si suicidò.
Beksinski morì accoltellato da un conoscente di 19 anni, nel suo appartamento di Varsavia nel febbraio 2005, perché rifiutatosi di prestare il denaro al ragazzo.
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