Quando il tuo svergognato cane o gatto ti ruba il partner e ne prova gusto (31 nuove foto)

Il buon senso ci dice che sia i cani che i gatti provano gelosia. Ma li stiamo antropomorfizzando o possiamo saperlo con certezza?

Non sono stati fatti studi scientifici sui gatti al fine di individuare la natura di alcuni tipi di comportamento. Ma sui cani sì, e ci suggeriscono che questi animali possono, in effetti, provare sentimenti di gelosia.

Prima di determinare se cani e gatti sono gelosi, dovremmo avere un’idea di cosa sia la gelosia. Non esiste una definizione standard, ma le emozioni tipiche che accompagnano quella che chiamiamo gelosia includono paura della perdita, tristezza, rabbia, ansia e insicurezza.

Il primo (e forse più debole) indizio dell’esistenza della gelosia in cani e gatti è facile da trovare: ci viene fornito dalla maggior parte dei proprietari di animali domestici. Uno studio ha rilevato che l’81% dei proprietari di cani e il 66% dei proprietari di gatti hanno osservato, nei loro animali domestici, comportamenti che sono stati giudicati sintomi di gelosia. Un’ipotesi alternativa è che le persone che sono molto attaccate ai loro animali domestici possano in qualche modo esagerare la complessità mentale dei loro animali domestici, tendendo ad antropomorfizzarli.

In riferimento allo studio citato sopra, è possibile prendere come esempio di sopravvalutazione della complessità mentale del proprio animale domestico il fatto che il 74% delle persone riferisce che i loro cani a volte si sentono in colpa. Accurati esperimenti hanno dimostrato che il comportamento che sembra dimostrare un senso di colpa è spesso un atteggiamento di sottomissione dovuto alla paura della punizione o del rimprovero. I cani si comportano allo stesso modo indipendentemente dal fatto che abbiano effettivamente fatto qualcosa di “sbagliato” o meno.

Una conferma più forte dell’esistenza della gelosia nei cani e gatti ci viene da uno studio del 2014 degli psicologi Christine Harris e Caroline Prouvost dell’Università della California, a San Diego. I due hanno usato un metodo sperimentale utilizzato per identificare una forma non verbale di gelosia nei bambini di appena sei mesi. I bambini avevano avuto reazioni più negative quando le loro madri prestavano attenzione a un altro bambino rispetto a quando prestavano attenzione a un libro.

Analogamente ai bambini, quando i cani dell’esperimento hanno visto i loro proprietari interagire con un cane finto ma realistico, gli animali hanno mostrato più aggressività, cercando di interrompere quell’interazione. Al contrario, quando i proprietari prestavano attenzione a una lanterna di Halloween o ad un libro, i cani non mostravano più aggressività e ricerca di attenzione.

Uno studio del 2018 dell’etologa ungherese Judit Abdai e del suo team ha modificato l’esperimento di Harris e Prouvost per ridurre il numero di interpretazioni alternative dei risultati. Questa volta, i cani “rivali” verso i quali i proprietari hanno mostrato affetto erano veri e non finti, escludendo l’ipotesi che l’aggressività dei cani fosse semplicemente causata dalla presenza di uno strano oggetto. Per evitare comportamenti di territorialità, gli esperimenti sono stati condotti in un luogo sconosciuto e non nelle case dei cani. Gli studiosi hanno concluso che i cani mostrano comportamenti simili a quelli osservati nei bambini di età inferiore ai due anni, precedentemente denominati gelosia.

Gli esperimenti sopra menzionati affrontano solo la questione se i cani siano gelosi, ma non si occupa dei gatti. Tuttavia, l’organizzazione mentale dei gatti è la stessa di quella dei cani e di altri mammiferi, quindi la struttura del loro cervello non ci porta ad aspettarci alcuna differenza nelle emozioni.

Tuttavia, i cani hanno passato circa 20.000 a sviluppare relazioni con gli umani, e hanno acquisito capacità cognitive ed emotive che non si trovano nei gatti. I cani sono generalmente più attenti e attaccati ai loro proprietari rispetto ai gatti, quindi è possibile che siano più inclini alla gelosia.