Graham MacIndoe era un fotografo di successo che lavorava per diverse importanti testate giornalistiche inglesi e americane. Poi, ha iniziato un viaggio distruttivo verso la tossicodipendenza. E ha girato la sua fotocamera verso se stesso.
La maggior parte dei documentari sulla dipendenza da droghe espone il comportamento auto distruttivo degli altri, ma Graham MacIndoe ha scelto un approccio molto diverso. Ha fotografato se stesso durante gli anni in cui era dipendente dalle droghe. Posizionava una fotocamera economica su un tavolo o scaffale, impostava il timer in modo che scattasse ogni certo numero di minuti, e poi spostava la sua attenzione verso i rituali della sua dipendenza: caricare una pipetta di crack, cuocere l’eroina, iniettarsela. Nel tempo, divenne più consapevole dei dettagli come la luce o l’inquadratura, ma non più di tanto perché lo scopo non era quello di rendere patinata la sua ormai solitaria esistenza e la monotona ripetitività della vita di un eroinomane.
Crediamo che tutti debbano vedere queste immagini, e cercare di capire la tossicodipendenza da dentro. Non dal punto di vista di un esterno, ma di chi vive questa esperienza in prima persona. Non si vede nessun altro nelle immagini; le droghe hanno rimpiazzato tutte le persone importanti nella vita di Graham.
Oggi Graham non è più un tossicodipendente dal 2010, dopo aver vissuto la galera e aver deciso di uscire da questa esperienza. Ci ha lasciato la testimonianza fotografica di quel periodo scuro e doloroso, ma con delle note di speranza, come se Graham volesse vivere per mostrare queste immagini e raccontare la complessità di quella tossicodipendenza che è riuscito a battere.
ATTENZIONE, ALCUNE IMMAGINI POTREBBERO TURBARE LE PERSONE PIÙ SENSIBILI
Graham MacIndoe nel 2013, non più tossicodipendente
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Tutto molto bello ed informativo,ma il messaggio è che dalle droghe si deve solo uscire,che la convivenza con la tossicodipendenza non è possibile,o smetti o muori,invece non è vero ci sono tantissime persone che vivono usando le droghe fino alla vecchiaia senza per forza finire male, perché se fosse così,non ci sarebbero più i consumatori da un bel po’ e lo spaccio non sarebbe una commercio redditizio