A volte siamo sicuri di conoscere la realtà solo perché abbiamo visto delle immagini, ma la realtà è soggettiva perché la nostra percezione può cambiare a seconda delle informazioni che abbiamo a disposizione. Per questo non si dovrebbe mai formulare un giudizio sulla base di un’immagine, vera o falsa che venga considerata. Due fotografi danesi sanno molto bene tutto ciò, e hanno avuto l’idea di mostrare a tutti come due foto scattate da angolazioni diverse possono fornire delle percezioni completamente opposte della realtà.
Lo spunto viene dall’attuale emergenza sanitaria da coronavirus COVID-19 e dalle conseguenti misure di distanziamento sociale. Le disposizioni restrittive si stanno allentando, ma questo non vuol dire che il pericolo sia passato, tutt’altro. Quindi è importante che le persone mantengano il distanziamento sociale, per prevenire la diffusione del virus. Ecco allora che il compito dei media è quello di documentare ciò che avviene e mostrarci il comportamento delle persone in pubblico. Basta che ci mostrino delle foto, giusto? Non proprio, come stiamo per vedere.
Il progetto è stato eseguito da due fotografi di Copenaghen, Ólafur Steinar Gestsson e Philip Davali, ed è stato commissionato dall’agenzia fotografica Ritzau Scanpix. L’idea era quella di fotografare persone in luoghi pubblici da due diverse prospettive. Le diverse immagini ci forniscono percezioni opposte della distanza tra le persone.
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Immagine: Philip Davali/Ólafur Steinar Rye Gestsson/Scanpix Denmark
Immagine: Philip Davali/Ólafur Steinar Rye Gestsson/Scanpix Denmark
Keblog si è messo in contatto con Kristian Djurhuus, direttore editoriale di Ritzau Scanpix, un’agenzia fotografica che fornisce notizie in video e immagini a tutti i media danesi, per sapere qualcosa in più sul progetto. “Come in molte parti del mondo, il distanziamento sociale è stato ampiamente discusso in Danimarca nelle ultime settimane”, ci ha detto Kristian. “I politici e le autorità danesi hanno spesso fatto riferimento, in numerose dichiarazioni pubbliche, a immagini che credevano mostrassero i cittadini in palese violazione delle linee guida sulla distanza tra le persone. Sui social media, quelle immagini sono state anche utilizzate per denigrare gli altri per il loro comportamento”. Oltre ad usare diverse angolazioni e prospettive, i fotografi hanno utilizzato teleobiettivo e grandangolo.
Immagine: Philip Davali/Ólafur Steinar Rye Gestsson/Scanpix DenmarkImmagine: Philip Davali/Ólafur Steinar Rye Gestsson/Scanpix Denmark
“Come agenzia di stampa nazionale che fornisce gran parte delle immagini sul tema coronavirus, ci siamo resi conto che il nostro contributo poteva essere frainteso”, ha continuato a spiegarci il direttore dell’agenzia.
Immagine: Philip Davali/Ólafur Steinar Rye Gestsson/Scanpix Denmark
Immagine: Philip Davali/Ólafur Steinar Rye Gestsson/Scanpix Denmark
“Il modo in cui la fotocamera può avvicinare le persone attraverso scelte tecniche, di angolazione e di prospettiva, non è mai stato un problema nella storia della fotografia, ma improvvisamente, a causa dell’attuale emergenza, le scelte tecniche hanno assunto un nuovo significato per tutti quelli che lavorano nella fotografia. Quando governanti e cittadini hanno iniziato ad essere influenzatati da ciò, è sembrato giusto attirare l’attenzione sulla questione”.
Immagine: Philip Davali/Ólafur Steinar Rye Gestsson/Scanpix DenmarkImmagine: Philip Davali/Ólafur Steinar Rye Gestsson/Scanpix Denmark
Kristian spiega che, per quanto ne sa, non ci sono motivi di credere che i media danesi manipolino intenzionalmente la realtà mostrando alcune foto invece che altre. Piuttosto, il direttore punta il dito sulle responsabilità di fotografi e agenzie di stampa, che hanno l’obbligo morale di informare tutti sugli effetti delle diverse scelte tecniche nella fotografia. Non si tratta di scegliere l’obiettivo giusto o sbagliato, continua. “L’effetto che mostriamo può essere facilmente ottenuto utilizzando lo stesso obiettivo e lavorando con diverse angolazioni o prospettive. Ma questi tempi hanno sollevato la necessità di rendere gli utenti e i lettori consapevoli di qualcosa che prima interessava solo i fotografi”.
Immagine: Philip Davali/Ólafur Steinar Rye Gestsson/Scanpix Denmark
Immagine: Philip Davali/Ólafur Steinar Rye Gestsson/Scanpix Denmark
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La fotografia non sa mentire ma i bugiardi sanno fotografare. ( Lewis Hine)