Durante un viaggio in Indonesia, il fotografo Davide De Conti, di Biella, si è recato ad East Java nei pressi di Kawah Ijen, un vulcano attivo con un lago vulcanico di colore turchese, dove si trova una miniera di zolfo ad alta intensità di manodopera. Per il suo progetto fotografico, intitolato The Quest for Poor’s Gold, De Conti ha fotografato il lavoro estenuante dei minatori che sfidano i fumi tossici per estrarre lo zolfo giallo dalle rive del lago altamente acido del cratere.
Protetti solo da sciarpe (o maschere antigas, per i pochi fortunati), centinaia di operai raccolgono pezzi di zolfo solido che poi trasportano in ceste sulle loro spalle. Bilanciando i pesanti carichi, che vanno dai 75 ai 100 kg, i minatori salgono dalla base del cratere verso l’alto, e poi di nuovo giù per la montagna, verso la stazione di pesatura. Da lì, il materiale viene trainato a mano su dei carrelli al campo base, dove viene raccolto da camion e trasportato alla raffineria. Circa l’80% dello zolfo estratto dal Kawah Ijen è usato per lo sbiancamento zucchero, mentre il restante serve alla produzione di beni come cosmetici, fertilizzanti, e polvere da sparo.
Secondo il fotografo, l’aspettativa di vita media di un minatore di zolfo è di 50 anni. De Conti scrive: “Hanno ustioni alla schiena e deformazioni causate da sforzi eccessivi. Nonostante ciò, fanno questo lavoro (guadagnando circa 10 euro al giorno) per permettere ai loro figli di ricevere una buona istruzione. Il forte odore e polvere gialla dello zolfo non lasciano mai la loro pelle”.
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