John Dykstra ha cominciato ad amare la fotografia da adolescente ma per un periodo della sua vita ha rinunciato a questa passione, per poi tornarci su nel 2014. Da allora si è concentrato sulla ritrattistica e sulle potenzialità della fotografia di rappresentare qualunque fantasia la mente concepisca.
Per farlo Dykstra, ci tiene a dirlo, non ha bisogno delle manipolazioni importati che si possono effettuare con Photoshop. Il fotografo raccoglie oggetti di scena, progetta ed elabora le sue immagini in studio e poi prepara lo scatto insieme al modello. Grazie all’impiego di luci e prospettiva, l’illusione ottica della tridimensionalità si materializza davanti agli occhi dell’osservatore.
Con la serie Penalty Box, il fotografo, grazie all’illusione prospettica, rappresenta i limiti auto imposti, che spesso sono appunto solo un’illusione, e che possono essere superati semplicemente cambiando prospettiva. Letteralmente.
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