Per la maggior parte delle persone, le droghe psichedeliche evocano immagini degli anni ’60, LSD e funghi allucinogeni. Si tratta di potenti sostanze che alterano la mente e che gli hippie usavano per scoprire nuovi mondi. Ma ora, alcuni scienziati della Johns Hopkins University stanno studiando nuovi campi di applicazione di queste sostanze allucinogene, in particolare della psilocibina presente nei funghetti “magici”, svolgendo importanti esperimenti e ricerche nel trattamento di depressione, ansia e dipendenza.
I primi risultati sono impressionanti. I volontari che partecipano a questi esperimenti scientifici intraprendono un viaggio psichedelico di sei ore, a volte piacevole e altre terrificante, ma che spesso cambia la loro vita.
Ecco tre di queste storie.
1. Kerry, malata di cancro
Immagine: cbsnews.com
Kerry Pappas è malata di cancro e non riusciva più a vivere a causa di una sensazione di angoscia che la stava uccidendo dentro. Così, ha deciso di fare da volontaria per l’esperimento, andando in “trip” con la psilocibina, il principio attivo nei funghi allucinogeni. Durante la sessione, si è trovata intrappolata in un incubo creato dalla sua stessa mente. “Un’antica terra preistorica e sterile. C’erano uomini con dei picconi, che battevano sulle rocce”, racconta Kerry, “Sembrava assolutamente reale. Mi veniva mostrata la verità . E una voce mi diceva: ‘Sei viva, qui e ora, perché questo è tutto ciò che hai'”. Quella frase è diventata il suo mantra quotidiano. La sua angoscia per la malattia si è trasformata in un’accettazione serena, e la morte non le fa più paura. Da quell’esperienza, la sua vita è diventata perfettamente accettabile.
Immagine: wikipedia
Le esperienze dei volontari che partecipano a questo studio sulle sostanze psichedeliche, sebbene in un ambiente altamente protetto, sono a volte terrificanti, ma alla fine ne vale comunque la pena. I ricercatori tengono fuori dall’esperimento persone con disturbi psicotici o che hanno parenti stretti affetti da schizofrenia o da disturbo bipolare. Finora, nessuno dei partecipanti ha riportato risultati avversi gravi.
1. Carine, dipendenza da fumo
Immagine: cbsnews.comCarine McLaughlin è stata una fumatrice accanita per 46 anni. ha raccontato di aver provato diverse volte a smettere in passato, per questo si è sottoposta all’esperimento con la psilocibina, che di per sé non crea dipendenza, l’anno scorso. “Il soffitto della stanza era di nuvole”, racconta Carine, “come nuvole pesanti di pioggia. E piano piano si abbassavano. Pensavo che sarei morta soffocata da esse. È stato terribile. Per tutto il tempo, a parte l’inizio e la fine, ho pianto”. Da allora, Carine non ha più toccato una sigaretta.
Gli scienziati sono coordinati da Roland Griffiths e Matthew Johnson, pionieri nella ricerca psichedelica alla Johns Hopkins University. Per quasi 20 anni, i due scienziati hanno somministrato quelle che chiamano “dosi eroiche” di psilocibina a più di 350 volontari, molti dei quali in lotta con dipendenza, depressione e ansia.
Roland Griffiths, della Johns Hopkins University
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Matthew Johnson, della Johns Hopkins University
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I volontari dello studio presso la Johns Hopkins University vengono seguiti dai medici per settimane, sia prima che dopo l’esperienza della psilocibina. La psilocibina viene somministrata in un ambiente altamente protetto da una a tre volte. Ti stendi su un divano, con gli occhi bendati per evitare le distrazioni e con delle cuffie audio da cui esce della musica psichedelica, e vai in trip.
1. Jon, dipendenza da alcol
Immagine: cbsnews.com
Jon Kostakopoulos era arrivato a bere 20 cocktail alcolici a sera e i medici lo avvisarono che si stava lentamente uccidendo. È stato allora che si è offerto per una sessione di psilocibina, durante la quale è stato investito da forti sentimenti e potenti immagini del suo passato. “Ho rivissuto scene che avevo rimosso”, ha detto Jon, ricordi così vecchi che non pensavo esistessero. Ho provato molta vergogna e imbarazzo per il bere e sono stato male perché i miei genitori hanno dovuto sopportare tutto ciò”. Era il 2016. Da allora non ha più bevuto. Bere era la cosa che amava fare di più al mondo, ora semplicemente non gli interessa più.
Le esperienze delle persone sottoposte a psilocibina possono variare da paradisiache a infernali, e non c’è alcun modo di prevedere che tipo di esperienza avrà un determinato soggetto, spiega Roland Griffiths. “Circa un terzo ha avuto un’esperienza spaventosa, ma la maggior parte di loro dirà che l’ha salvata”.
Il dott. Griffiths dice di essere ottimista sul potenziale valore terapeutico di questa sostanza, ma riconosce che può essere dannosa in circostanze diverse. “Cerchiamo di essere molto chiari su questo. Siamo molto consapevoli dei rischi e sconsigliamo alle persone di assumere questo tipo di sostanze”.
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