Nella maggior parte dei paesi, dormire sul lavoro non è solo imbarazzante ma potrebbe anche costare il posto. In Giappone, tuttavia, dormire in ufficio è pratica comune e viene accettato dal senso comune. Non solo, ciò è spesso visto come segno di diligenza, perché si presume che la persona sia così dedita al proprio lavoro da lavorare fino all’esaurimento.
E questo è vero. Il Giappone è una delle nazioni che dorme di meno al mondo. Uno studio rivela che il giapponese medio dorme solo 6 ore e 35 minuti ogni notte. Quindi la maggior parte di loro si addormenta al lavoro o sui mezzi pubblici, nei parchi, nei caffè, nelle librerie, nei centri commerciali e in qualsiasi altro luogo pubblico. È una pratica così diffusa e normale che i giapponesi hanno una parola per descriverla: inemuri, che significa “presente mentre si dorme”.
La dottoressa Brigitte Steger, una studiosa dell’Università di Cambridge che studia cultura giapponese, conosce molto bene l’inemuri fin dagli anni ’80, e ci spiega qualcosa di più.
In Giappone, è perfettamente normale addormentarsi sul lavoro e in luoghi pubblici. Si chiama inemuri
“In quel periodo, il Giappone era al culmine di quella che divenne nota come la Bubble Economy, una fase di straordinario boom economico. La vita quotidiana era di conseguenza frenetica. Le persone riempivano le loro agende di appuntamenti di lavoro e di piacere, e non avevano quasi tempo per dormire”.
Inemuri significa “presente mentre dorme”
Fu durante il periodo di boom economico del dopoguerra che il Giappone si guadagnò la reputazione di nazione laboriosa, che non ha tempo per dormire. La gente lavorava per lunghe ore e poi faceva un pisolino durante il tragitto verso casa e verso il lavoro la mattina successiva. Gli studenti restavano alzati fino a tardi e poi si appisolavano durante le lezioni la mattina dopo. Sembra una contraddizione, ma addormentarsi durante riunioni, lezioni e incontri sociali viene tollerato in maniera diffusa nella cultura giapponese.
I giapponesi dormono in media solo 6 ore e 35 minuti a notte
Ma ci sono regole per l’inemuri. “Dipende da chi sei”, afferma la dott.ssa Steger. “Se sei nuovo in azienda e devi dimostrare quanto sei capace, non puoi dormire. Ma se hai 40 o 50 anni e non si tratta di un’attività particolarmente importante, allora puoi dormire. Più in alto sei nella scala sociale, più ti è consentito di addormentarti”.
Le poche ore di sonno costringono i giapponesi a recuperare come possono, sfruttando i momenti di pausa
Per decifrare le complicate etichette dell’inemuri, occorre guardare al termine stesso: essere presente mentre si dorme. “Anche se la persona che dorme è mentalmente distante, deve comunque essere in grado di tornare alla situazione sociale del momento se all’improvviso è richiesto un suo contributo attivo”, afferma Steger. “Il corpo finge di essere attivo durante una riunione, come se la persona si stesse concentrando. Non puoi dormire sotto il tavolo, per esempio, ma devi sederti come se stessi ascoltando attentamente, e chini la testa”.
Ci sono alcuni esempi, simili alla cultura dell’inemuri, che si possono trovare anche in altri paesi, come la siesta spagnola (un breve sonnellino preso nel primo pomeriggio, spesso dopo il pranzo di mezzogiorno) e il riposo italiano (una pausa pranzo prolungata) che dura 2-3 ore permettendo alle persone di fare un sonnellino.
Negli ultimi anni, la pratica del pisolino sul lavoro ha ricevuto il sostegno di numerose aziende in tutto il mondo. Tra questi si annoverano Google, Apple, Nike, BASF, Opel, Huffington Post e Proctor & Gamble, che forniscono stanze dedicate per delle brevi pause durante l’orario d’ufficio, consentendo ai dipendenti di schiacciare un sonnellino.
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