All’età di 17 anni, Judy Garland si affidava già a delle “pillole di incoraggiamento”, alias anfetamine, ed era perseguitata dai dirigenti cinematografici per il suo peso e il suo aspetto. Un dirigente la definì una gobba grassa e la incoraggiò a fumare per sopprimere il suo appetito.
L’estenuante programma di lavoro di Garland – insieme a una dieta rigorosa di caffè senza zucchero, zuppa di pollo e sigarette impostale dai suoi capi di Hollywood – favorì il suo dismorfismo corporeo e l’abuso di sostanze. La star tentò il suicidio almeno 20 volte nella sua vita, fino alla sua overdose fatale a 47 anni.
Segui Keblog su Google News!