Tutti noi siamo riconoscenti verso il personale del servizio sanitario nazionale che, tra mille difficoltà, rischia la vita nella lotta contro il COVID-19. Non solo medici e infermieri sono alle prese con gli aspetti prettamente scientifici e terapeutici della malattia, ma hanno anche il compito di tranquillizzare quei malati in terapia intensiva che si trovano soli, spesso con febbre alta e difficoltà respiratorie, e senza familiari o amici che li confortino.
Un infermiere intensivista di nome Robertino, specializzato in terapie respiratorie, tratta pazienti COVID-19 presso lo Scripps Mercy Hospital di San Diego. Un giorno, mentre andava al lavoro, ha iniziato a pensare a come si sentivano i pazienti, a parte fisicamente, quando lo vedevano arrivare in equipaggiamento protettivo, coperto dalla testa ai piedi. Per le persone che soffrono, un sorriso può fare un’enorme differenza, e vedere gli operatori sanitari come degli esseri alieni non favorisce il loro recupero. Dopotutto, i pazienti hanno bisogno di tutta la positività possibile.
Immagine: captain_wolf82
Così, all’infermiere è venuta un’idea per mostrare il suo volto sorridente ai pazienti, senza uscire dalle protezioni necessarie alla sua incolumità e a quella degli altri: ha stampato una sua foto con uno dei suoi sorrisi migliori, l’ha plastificata e l’ha attaccata sulla sua tuta protettiva.
Immagine: derekdevault
Ecco che, improvvisamente, è diventato un essere umano agli occhi dei pazienti, e per di più sorridente! L’effetto è stato immediato, e i malati si sono sentiti subito confortati e rassicurati.
Immagine: sova198L’idea di Robertino è stata di ispirazione per altri medici e infermieri, ed è iniziato una sorta di “movimento del sorriso” tra i membri del personale sanitario di tutto il mondo.
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