Il numero di persone contagiate e morte per il coronavirus COVID-19 sta subendo un lieve calo in Italia, cosa che non ci deve assolutamente far abbassare la guardia ma che però ci lascia intravvedere la luce in fondo al tunnel. Nel resto del mondo però, ad esclusione di Cina e Corea del Sud, i numeri stanno rapidamente salendo. Ma c’è una cosa che accomuna i paesi di tutto il mondo: sono tutti in guerra contro il virus, e in prima linea si trovano medici e infermieri degli ospedali, i cui volti portano i segni della loro lotta quotidiana.
Le immagini strazianti che mostrano questi volti hanno fatto il giro del mondo, così come le testimonianze degli operatori sanitari: dai turni interminabili e massacranti alla mancanza di protezioni perché non disponibili, queste foto mostrano che medici e infermieri non sono supereroi ma esseri umani che tutti i giorni rischiano la vita. Guardiamo allora i loro volti e ringraziamo queste persone.
1. Dopo 13 ore in Terapia Intensiva
“Non amo i selfie.
Ieri, però, questa foto me la sono scattata. Dopo 13 ore in Terapia Intensiva, dopo essermi tolto tutti i dispositivi di protezione, mi sono fatto un selfie.
Non sono e non mi sento un eroe.
Sono una persona normale, che ama il suo lavoro e che, ora più che mai, è orgoglioso e fiero di poterlo fare dando tutto se stesso in prima linea insieme ad altre meravigliose persone (medici, infermieri, oss, tecnici, addetti alle pulizie).
Per questo non mi importa delle tante ore al lavoro, dei segni addosso, del mal di schiena, della stanchezza, dei pasti saltati e di tanto altro.
Tutto questo passerà.
Passerà anche grazie a voi e al vostro impegno e ai vostri sacrifici.
Passerà se saremo uniti in un unico immenso sforzo comune.
Non mollate. Mai.”
2. Infermiera dopo il turno in terapia intensiva
3. Volti di operatori sanitari dopo un lungo turno di trattamento dei pazienti con coronavirus – Un medico ceco
Pavla KovaříkováMolti di noi stanno a casa in auto-isolamento e i nostri sguardi sono lontani dai reparti di malattie infettive e terapie intensive degli ospedali. Queste immagini ci fanno capire meglio le dimensioni dell’emergenza sanitaria che stiamo attraversando. Condividere queste immagini con tutti ci ricorda che esistono persone come queste, che lavorano giorno e notte mettendo a rischio non solo la loro salute fisica ma anche quella emotiva.
4. Questo è il tuo aspetto dopo aver indossato una mascherina N95 per tutto il giorno. Aiutateci ad aiutarvi
5. Dopo un turno di 12 ore ad effettuare tamponi per il Covid-19
6. “Non mi posso permettere il lusso di tornarmene a casa mia in quarantena, devo andare a lavoro e fare la mia parte. Voi fate la vostra, ve lo chiedo per favore.”
“Sono un’infermiera e in questo momento mi trovo ad affrontare questa emergenza sanitaria. Ho paura anche io, ma non di andare a fare la spesa, ho paura di andare a lavoro. Ho paura perché la mascherina potrebbe non aderire bene al viso, o potrei essermi toccata accidentalmente con i guanti sporchi, o magari le lenti non mi coprono nel tutto gli occhi e qualcosa potrebbe essere passato.
Sono stanca fisicamente perché i dispositivi di protezione fanno male, il camice fa sudare e una volta vestita non posso più andare in bagno o bere per sei ore. Sono stanca psicologicamente, e come me lo sono tutti i miei colleghi che da settimane si trovano nella mia stessa condizione, ma questo non ci impedirà di svolgere il nostro lavoro come abbiamo sempre fatto. Continuerò a curare e prendermi cura dei miei pazienti, perché sono fiera e innamorata del mio lavoro. Quello che chiedo a chiunque stia leggendo questo post è di non vanificare lo sforzo che stiamo facendo, di essere altruisti, di stare in casa e così proteggere chi è più fragile. Noi giovani non siamo immuni al coronavirus, anche noi ci possiamo ammalare, o peggio ancora possiamo far ammalare. Non mi posso permettere il lusso di tornarmene a casa mia in quarantena, devo andare a lavoro e fare la mia parte. Voi fate la vostra, ve lo chiedo per favore.”
7. Questa è un anestesista. I dispositivi di protezione individuale nel suo ospedale stanno terminando
Lisa Miller Delport8.
9. “Le mie cicatrici di battaglia”
Quello che rende particolarmente difficile il lavoro degli operatori sanitari in prima linea è sia la carenza di presidi medici come mascherine e ventilatori polmonari, che la mancanza di personale sanitario. Per questo, in Italia le autorità stanno attivando iniziative volte a convertire alcune industrie alla produzione di mascherine e ventilatori, e che mirano anche a reclutare nuovo personale sanitario.
10. Infermiera si toglie la mascherina dopo un estenuante turno nella lotta con il nuovo coronavirus
11. La dottoressa Joy Vink è in prima linea nella battaglia contro il Covid-19 a New York, ma senza accesso ad adeguati dispositivi di protezione individuale
12. Il volto di un’infermiera dopo aver tolto le protezioni
13. In piena emergenza
14. Infermiera al termine di un lungo turno nella lotta contro il COVID-19
15. “Caldo, afa …. sensazione di respiro corto, goccioline di sudore che cadono dal viso, un viso che senti sciogliere sotto la maschera FP3, gli occhiali di plastica, la visiera , la cuffia…”
“Caldo, afa …. sensazione di respiro corto, goccioline di sudore che cadono dal viso, un viso che senti sciogliere sotto la maschera FP3, gli occhiali di plastica, la visiera , la cuffia ; avvolto da un camice impermeabile magari di due taglie in più perché la tua non c’è, sotto questi strati un corpo che deve muoversi, deve essere veloce e scattante, deve compiere manovre in urgenza… “Il paziente va intubato”… “sta desaturando”…. “é ipoteso”… corri, continui a sudare… prepari il farmaco con due paia di guanti che ti limitano i movimenti abitudinari delle mani … sudi ancora e ancora dopo ore passate così non hai respiro ma non puoi bere, non puoi riposare, non puoi fare pipi’ vestito in quel modo …. In tutto ciò l’ansia di poterti contaminare facendo i gesti che per abitudine facevi prima, questa ansia fa da sottofondo ad ogni manovra, ogni pensiero, ogni azione che devi compiere, devi ripeterti costantemente di non poterti più toccare la testa se l’elastico per i capelli ti fa male , se ti prude il naso sopporti , se hai quel rebreathing insopportabile nella tua mascherina ci continui a respirare dentro ancora e ancora e finisci il tuo lavoro…
“va broncoaspirato” ti avvicini, esegui le manovre per liberare le vie aeree dalle secrezioni, sei molto vicina e l’ansia di quelle goccioline malefiche aumenta quando fai procedure così invasive ma alla fine il paziente respira meglio, ed anche tu inizi a respirare meglio…”
16. I segni della mascherina sul volto di un’infermiera
17. “Questa è la mia nuova realtà. La nostra unità si è trasformata in terapia intensiva e ho fatto un’ora di pausa su 10 ore e mezza a trattare pazienti Covid”
18. Molta stanchezza, paura e preoccupazione si aggiungono a segni, lesioni e calore causati dai dispositivi di protezione
19. Dottoressa scatta un selfie per mostrare i segni lasciati dalla mascherina dopo ore di lavoro
20. Questo è il volto di qualcuno che ha appena trascorso 9 ore indossando dispositivi di protezione individuale e trasportando i pazienti in condizioni critiche da Covid19 in giro per Londra
21. “Mentre il mondo si sta auto-isoando, spegnendo e correndo lontano dal virus, quest’uomo gli corre incontro. Quest’uomo è il mio uomo ed è un medico del pronto soccorso”
22. Segni di una mascherina protettiva sul volto di un’infermiera
23. “Questa sono io quando ieri sera, a mezzanotte, finivo il mio turno nel reparto covid”
“”Ma non hai paura?” Certo che ho paura… “E come fai ad andare lì dentro tutti i giorni? Dove trovi la forza?”
Ecco, te lo spiego con questa foto: questa sono io quando ieri sera, a mezzanotte, finivo il mio turno nel reparto covid. Il viso stanco e tirato, segnato, ma un accenno di sorriso perché nonostante tutto ero riuscita a consolare e confortare una paziente, vedova da due giorni, a parlare e ridere con due nonne dei loro nipotini e di quanto non vedano l’ora di riabbracciarli e preparare loro una bella merenda sostanziosa, super nonne! Un paziente ha addirittura potuto tornare a casa visto il miglioramento del quadro clinico e non potete immaginare la gioia nei suoi occhi quando gli ho aperto la porta di uscita del reparto e… buon ritorno a casa!!! Sotto le tute, le maschere e le visiere ci siamo noi che ridiamo, piangiamo, speriamo e facciamo il tifo per i nostri pazienti… e loro lo percepiscono e magari anche solo con uno sguardo ti ringraziano.. ecco, questo mi da la forza ❤”
24. Infermiera dopo il turno, indossava una mascherina per proteggersi dal virus
25. Segni sul volto di un’infermiera
26. “Questa sono io dopo sole 4 ore”
27. Non ho paura quando sono al lavoro. Faccio quello che sono stata addestrata a fare. Ho paura quando esauriamo le risorse: forniture e personale
28. Infermiera dopo ore di lavoro in terapia intensiva
29. Un enorme grazie alle infermiere, agli intensivisti e agli specialisti che indossano queste mascherine
30. Infermiera dopo il turno contro il coronavirus
31. In prima linea contro il coronavirus
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Penso che ora finiscono di fare le maialate negli stanzini degli ospedali….fate il vostro dovere e poco esibizionismo please….gli angeli sono quelli che lottano per non fare inginocchiare l’economia….gente che sta perdendo tutto non avendo dedicato la vita ai servizi ospedalieri(che sono nei fondamenti della persona)…pensavate di fare gli infermieri solo per fare zozzerie e pubblicare foto sui social?!lavorate e muti!