Quando, nel 1778, l’esploratore James Cook scoprì le isole Hawaii, la popolazione della bellissima e maestosa Oca delle Hawaii era di circa 25.000 esemplari, ma fu presto decimata a causa di animali introdotti dai britannici, come la mangusta. Nel 1952, erano solo 30 le oche hawaiane rimaste.
Questa oca, conosciuta dagli abitanti indigeni col nome di nēnē, fu inserita nell’elenco delle specie in estinzione nel 1967 e gli ambientalisti si misero subito al lavoro per cercare di ripopolare le isole di questi magnifici uccelli.
Immagine: Wikipedia
Dopo 60 anni di intensi sforzi per allevare le oche in cattività e ripristinare l’habitat naturale, la loro popolazione è aumentata di 90 volte, e questa settimana il segretario all’Interno degli Stati Uniti David Bernhardt ha annunciato che il nēnē si era ripreso in maniera tale da non essere più sotto minaccia.
Immagine: Wikipedia
“L’annuncio di oggi evidenzia i progressi che la legge sulle specie minacciate di estinzione intende offrire”, ha detto Bernhardt. “Attraverso la collaborazione e il duro lavoro, il nēnē è fuori dalla terapia intensiva e sulla strada per il recupero”.
Immagine: WikipediaL’oca hawaiana è riuscita così a volare via dall’orlo dell’estinzione grazie ad un percorso, iniziato successivamente al 1967, nel quale quasi 3000 uccelli sono stati allevati in cattività e poi rilasciati in oltre 20 località delle principali isole delle Hawaii.
Il rilascio dell’oca hawaiana allevata in cattività all’interno di rifugi faunistici nazionali, parchi nazionali e terre statali e private ha salvato la specie per le generazioni future. Oggi, ci sono più di 2.800 uccelli a Kauai, Maui, Hawaii Island e Molokai, popolazioni attualmente stabili o in aumento.
Immagine: Wikipedia
Sebbene lo stato ufficiale di questo uccello sia stato aggiornato, la specie è tuttora sotto protezione perché ancora classificata come “minacciata”.
Immagine: Wikipedia
Segui Keblog su Google News!