Sono purtroppo sempre più le persone che non hanno più casa a causa di una brutta malattia o perché hanno perso il lavoro. Spesso si tratta di una serie di circostanze sfortunate che possono capitare a tutti noi. Tutto può iniziare da problemi di salute seri, si perde il lavoro e non si riesce a trovarne un altro, e la situazione può precipitare in un circolo vizioso che lascia impotenti. Si finisce così per perdere tutto. I senzatetto non hanno nessun posto dove andare, quindi dormono per strada, si coprono con scatole di cartone (o vecchie coperte se sono fortunati), frugano tra i bidoni della spazzatura per trovare cibo, vestiti o qualcosa che può essere utile alla sopravvivenza.
È un problema che affligge molti paesi e che spesso non viene affrontato dal mondo politico. Ed è allora che interviene la solidarietà degli esseri umani. E questa è proprio la storia di un esperimento di solidarietà.
Immagine: Beddown
L’ONG australiana Beddown usa i parcheggi occupati di giorno e liberi di notte, trasformandoli in alloggi “pop-up” per i senzatetto.
Immagine: Beddown
La straordinaria iniziativa è stata ideata dal fondatore di Beddown, Norman McGillivray, un uomo che ha vissuto da vicino l’esperienza di un senzatetto. Suo padre, diventato senzatetto negli anni ’70 in seguito ad un ictus, morì infatti per le strade di Londra.
Immagine: BeddownMolti dei senzatetto soffrono di privazione del sonno a causa delle loro condizioni di vita e ciò può portare a molti altri problemi come depressione, diabete, ipertensione, obesità, perdita di memoria, compromissione della funzione cognitiva e uso di alcol o droghe. Oltre a ciò, i senzatetto rischiano costantemente di essere attaccati e derubati di quelle poche cose che possiedono.
Immagine: Beddown
Norman ha così iniziato a studiare il problema dei senzatetto in Australia e sapeva di voler fare qualcosa.
Immagine: Beddown
“La lampadina si è accesa quando Norman è andato in un centro commerciale e ha notato che il parcheggio era quasi vuoto”, racconta il sito web di Beddown.
Immagine: Beddown
“L’idea è stata immediata quando ha visto il potenziale di quello spazio inutilizzato, soprattutto di notte quando i parcheggi sono vuoti”.
Immagine: BeddownL’ONG ha così organizzato due settimane di test durante le quali uomini e donne senzatetto arrivavano con i loro pochi averi ed effettuavano il check-in in un parcheggio di Brisbane situato sotto un edificio di uffici.
Ogni notte, i volontari hanno trasformato il parcheggio vuoto in un rifugio “pop-up” per 15 senzatetto, che sono stati prima valutati da un assistente sociale.
Agli ospiti sono stati consegnati articoli da toeletta e cibo donato da un ristorante del posto, sono stati aiutati da medici, dentisti e barbieri/parrucchieri, tutti volontari.
Immagine: Beddown
“Cercheremo di fornire un letto comodo per garantire ai senzatetto un adeguato riposo notturno, questo è il nostro obiettivo finale. La privazione del sonno è un grosso problema per i senzatetto, quindi trovarsi in un posto che offre un rifugio sicuro e confortevole avrà un grande impatto”, ha spiegato Beddown sulla pagina Instagram.
Immagine: Beddown
Ecco alcune statistiche dopo i primi progetti pilota:
- 41 ospiti hanno usato Beddown per tutta la durata del test.
- Il 77% di essi erano maschi e il 23% erano femmine.
- Gli ospiti hanno valutato il sonno 4.5 su 5 e i letti 4.5 su 5 in media.
- Il 100% degli ospiti ha dichiarato di essersi sentito al sicuro durante il soggiorno.
- A causa del sovrannumero, 9 persone sono state allontanate in una notte.
- La persona più giovane che ha cercato di accedere a Beddown aveva solo 15 anni.
Immagine: Beddown
Beddown ha ora stretto una partnership con Secure Parking, che darà loro accesso a 600 parcheggi in Australia e Nuova Zelanda. “Forniamo alloggi pop-up per i più vulnerabili, perché nessuno debba più dormire per strada, sotto i ponti o sulle panchine”, si legge sulla loro pagina Facebook.
Immagine: Beddown
Questi sono alcuni dei molti commenti che i senzatetto hanno fatto:
“Dopo aver trascorso la settimana qui, poter dormire bene la notte e avere una routine, mi ha riportato alla vita e mi sono presentato per la riabilitazione”.
“Potendo dormire tutta la notte e lontano dalle droghe, sono più lucido e non uso droghe da 8 giorni”.
“È la prima volta che sogno da anni”.
“Qui non devo guardarmi le spalle”.
Immagine: Beddown
Segui Keblog su Google News!