Essere stata la prima donna a camminare nello spazio, lontanissima dalla Terra, non era abbastanza per lei. Così, la dott.ssa Kathy Sullivan, ex astronauta della NASA, ha voluto intraprendere un viaggio nella direzione opposta, per esplorare il punto più profondo del pianeta Terra: il famigerato Abisso Challenger (Challenger Deep).
L’Abisso Challenger è una depressione all’interno di un enorme abisso nella fossa delle Marianne, nell’Oceano Pacifico, e per raggiungerne il fondo è necessario immergersi per quasi 11 chilometri sott’acqua, all’interno di uno speciale batiscafo.
Immagine: Kathy Sullivan
Ecco dove si trova l’Abisso Challenger
Immagine: WikipediaSullivan e il 54enne capo pilota del sottomarino, Victor Vescovo, hanno fatto ritorno alla nave di sorveglianza oceanica DSSV Pressure Drop sabato 6 giugno, festeggiando il successo con la Stazione Spaziale Internazionale (ISS), alla quale si sono collegati.
Kathy Sullivan e Victor Vescovo
Immagine: Enrique Alvarez / EYOS Expeditions
Immagine: Kathy Sullivan
Immagine: Evan Kirstel
Il batiscafo Limited Factor, usato dalla dott.ssa Sullivan per l’immersione
Immagine: Enrique Alvarez / EYOS ExpeditionsImmagine: Enrique Alvarez / EYOS Expeditions
La dottoressa Sullivan, 68 anni, ha alle spalle ben tre missioni spaziali e nel 1983 è diventata la prima donna ad aver camminato nello spazio.
Immagine: NASA
Immagine: NASA
Immagine: NASA
Il primo sommergibile ad aver raggiunto l’Abisso Challenger, il 23 gennaio 1960, è stato il batiscafo Trieste, fabbricato in Italia e di progettazione svizzera.
Batiscafo Trieste, il primo ad aver raggiunto l’abisso Challenger
Immagine: Wikipedia
A bordo c’erano Jacques Piccard, che progettò il batiscafo insieme a suo padre, Auguste Piccard, e il tenente della Marina Americana Don Walsh. I due raggiunsero il fondale marino ad una profondità di 10.916 metri.
Immagine: Wikipedia
Segui Keblog su Google News!