Kathrine Switzer è una di quelle donne che hanno segnato la storia. Grazie ad uno stratagemma, nel 1967 riuscì ad iscriversi alla maratona di Boston fino ad allora vietata alle donne in quanto considerate troppo “fragili” per una corsa di 26,2 miglia. La giovane si iscrisse utilizzando solo le iniziali del nome ed il cognome, K.V. Switzer, di conseguenza gli ufficiali di gara non si resero conto del fatto che fosse una donna, e venne ufficialmente iscritta alla gara con il numero 261. Iniziata la competizione, nonostante fosse iscritta legittimamente, più di qualche ufficiale di gara cercò di fermarla, strattonandola e cercando di tirarle via il numero dal petto, come nel caso di Jock Semple, che le urlo anche: “Esci dalla mia corsa e dammi quei numeri!”, mentre cercava di afferrarla. Fortunatamente Kathrine Switzer correva insieme a Tom Miller, suo fidanzato dell’epoca, che insieme ad un altro gruppo di corridori formò una barriera fisica intorno alla ragazza che riuscì a completare la maratona in 4 ore e 20 minuti.
Nonostante la dimostrazione che una donna era in grado di affrontare un percorso simile, l’Amateur Athletic Union continuò a vietare categoricamente alle donne di parteciparvi e si dovette attendere il 1970 perché le cose cambiassero. Dopo qualche anno , nel 1974 la Switzer partecipò nuovamente alla maratona di Boston, questa volta iscrivendosi col suo nome completo, piazzandosi prima tra le donne e 59° in assoluto, con un tempo di 3:07:29.
Da allora Kathrine Switzer ha fondato il 261 Fearless, un centro sportivo per le donne, con lo scopo di potenziare, allenare ed ispirare le donne di tutto il mondo. Nel 2011, Kathrine Switzer è stata inserita nella National Women’s Hall of Fame, per i suoi innegabili contributi all’avanzamento dell’uguaglianza e del potere femminile attraverso la corsa. Nel 2017, Switzer ha corso la maratona di Boston con il suo numero storico, il 261, per commemorare il 50° anniversario della sua corsa storica. Dopo la gara, la Boston Athletic Association ha dichiarato che non avrebbe più assegnato il numero, in onore del lavoro svolto da Kathrine Switzer.
Kathrine Switzer nel 1967 riesce ad iscriversi alla maratona di Boston utilizzando solo la sigla del suo nome, così i commissari di gara non si rendono conto che è una donna e la iscrivono con il numero ormai storico 261
L’allenatore Jock Semple, in abiti civili, entra nel percorso per cercare di strattonare Kathy Switzer (261) fuori dalla gara. I corridori maschi intorno alla ragazza si spostano per formare una barriera protettiva
Bettmann/Getty Images
New York Times NewsweekNel 2017, Kathrine Switzer partecipa alla maratona di Boston con il suo numero storico, il 261, per commemorare il 50° anniversario della sua corsa storica
E la Boston Athletic Association dichiara che non assegnerà più assegnato il numero, in suo onore
Kathrine Switzer oggi
Wikimedia Commons
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In realtà la prima donna a correre la Maratona di Boston fu Roberta Gibb e anche se dovette farlo senza pettorale, la BAA le riconobbe a posteriori la medaglia d’oro come prima vincitrice donna della Maratona in questione. Successe un anno prima della Switzer. Dovremmo ricordare anche lei.