Sembra che Martin Couney, sebbene affermasse di essere medico, non avesse credenziali. Nei primi anni del ‘900 fu aspramente criticato dai medici, che lo accusavano di essere semplicemente uno showman, ma con la sua procedura riuscì a salvare la vita a 6.500 bambini nati prematuri.
Partiamo dal principio. Le prime incubatrici per bambini entrarono in un reparto ospedaliero di Parigi nel 1880, ma sarebbero dovuti passare diversi decenni prima che il dispositivo medico fosse accettato e diffuso nel mondo, e questo fu possibile proprio grazie all’operato di Couney.
Quest’uomo ha contribuito a salvare 6.500 bambini prematuri mostrandoli come fenomeni da baraccone
I primi riferimenti a Martin Couney risalgono al 1896 quando presentò un nuovo modello di incubatrice all’Esposizione di Berlino. Il presunto medico ebbe l’idea di mostrare veri bambini prematuri all’interno dei dispositivi, per rendere maggiormente realistico il funzionamento, riscuotendo un incredibile successo. In quegli anni negli ospedali non esistevano reparti dedicati ai nati prematuri, bambini che erano generalmente considerati geneticamente inferiori, addirittura feti espulsi naturalmente perché non in grado di sopravvivere, e semplicemente lasciati morire.
Il biglietto per vedere i bambini costava 25 centesimi e il denaro è stato usato per le loro cure
Dopo il successo registrato al’Esposizione di Berlino, Couney partecipò con i suoi bambini prematuri a diverse fiere, mostre e parchi divertimento in tutto il mondo. Nel 1903 si stabilì definitivamente negli Stati Uniti, a Coney Island, dove diede vita ad una mostra permanente. In esposizione incubatrici all’avanguardia importate dalla Francia, ed i piccoli prematuri. Tutto però aveva un costo, i macchinari in primis, per non parlare del team di medici e di infermieri altamente qualificati che seguivano i neonati, e la maggior parte delle famiglie che si rivolgevano a Couney erano povere. Così, per visitare la mostra, ossia per vedere bambini che lottavano tra la vita e la morte, bisognava pagare un biglietto di 25 centesimi. Queste entrate pagavano le cure ai prematuri, cure che, dobbiamo specificare, non avrebbero potuto ricevere in nessun altro ospedale.
Non ci sono prove del fatto che Martin Couney fosse medico
New York Public LibraryLe critiche da parte dei medici furono asprissime; secondo la categoria, un medico, che medico non era, non doveva speculare sui bambini. Inoltre, lo stesso Couney “spettacolarizzava” la sua “esposizione” attraverso piccoli espedienti: i neonati venivano vestiti con abiti molto larghi per apparire ancora più piccoli, per suscitare nel pubblico forti emozioni. Dobbiamo però dire a suo favore che le incubatrici funzionavano, e funzionano come sappiamo oggi, e degli 8.000 bambini che ricevettero il suo trattamento, 6.500 sopravvissero. Oggi molti pediatri riconoscono il valore del suo lavoro e delle sue idee, come quella di favorire l’allattamento al seno o di tenere i bambini lontani dal fumo passivo.
I bambini prematuri venivano messi in mostra dentro le incubatrici ed erano talmente piccoli che venivano vestiti con abiti di bambole
Nonostante le critiche ricevute, Couney ha contribuito a cambiare il corso della storia medica americana
All’inizio degli anni ’40, l’interesse iniziale per le mostre di bambini prematuri era diminuito, ma gli ospedali iniziarono ad aprire unità dedicate alla cura e al trattamento dei nati prima del termine. Il sogno di Couney si era avverato. Courney morì negli anni ’50 all’età di 80 anni, senza soldi in tasca, a riprova del fatto che il denaro guadagnato non lo aveva arricchito. Pochi anni dopo le incubatrici avrebbero fatto il loro ingresso negli ospedali di tutto il mondo.
Segui Keblog su Google News!