10 artisti internazionali e le loro bizzarre sculture anatomiche

L’uomo ama esplorare la biologia, sia umana, sia degli animali che di esseri che in realtà non esistono.

Quando l’esplorazione è fatta in nome della scienza, emerge la conoscenza. Quando l’esplorazione biologica è fatta come espressione di un impulso artistico, può succedere di tutto, da parti del corpo iperreali ad assurde composizioni digitali.

Vi mostriamo di seguito dieci artisti e le loro reinterpretazioni, decisamente bizzarre, dell’anatomia.

Ellen Jewett

sculture-bizzarre-anatomia-umana-animale-10Nel mondo delle sculture di Ellen Jewett, animali del bosco e da cortile, creature marine, e molte specie di uccelli, coesistono pacificamente al fianco di grandi animali come un elefante, un rinoceronte o un cervo. Questi animali sono appollaiati sul bordo del realismo. Sono accuratamente raffigurati e chiaramente riconoscibili, ma sono vestiti con fantasiose fronde filigranate. Fiori spuntano dai corpi fatti di rami e viticci, dove piccoli uccelli e farfalle sembrano abitare felicemente. Ognuno è unico e faticosamente costruito con materiali non tossici, in modo da riflettere il rispetto di questa artista canadese per la complessità della natura. Nella foto Corvids I, III, and III (2014)

Joshua Harker

sculture-bizzarre-anatomia-umana-animale-06Joshua Harker è un artista americano il cui approccio combina espressione tradizionale con tecnologia all’avanguardia. Gli strumenti ed i processi che usa includono software per computer, ingegneria dei materiali, e la stampa 3D. Attraverso il suo lavoro, si spinge oltre i confini di ciò che è possibile, e costruisce oggetti complessi, considerati prima impossibili, perché in precedenza esistevano solo in ciò che egli chiama “l’architettura della fantasia.” La tecnologia informatica consente una precisione assoluta ed una simmetria nell’esecuzione di delicati teschi e di “grovigli”, suggerendo strutture organiche elaborate. L’opera “20th Century Self-Portrait” (2014) è stata realizzata sulla base di una scansione 3D del volto dell’artista e una TAC del cranio.

Jason Freeny

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Con un background in design industriale e teatrale, avendo creato set, oggetti di scena, e opere d’arte per MTV e avendo lavorato come designer di giocattoli, l’artista americano Jason Freeny porta un tocco di stravaganza e competenze tecniche nelle sue sculture anatomiche. Ha creato modelli di Hello Kitty, Barbie ed altri giocattoli, mostrando le loro interiora come in una sorta di gioco un po’ inquietante. È come se stesse guardando le cose attraverso la lente di una macchina a raggi X.

Xooang Choi

“Islet of Aspergers Type VII,” 2008.

sculture-bizzarre-anatomia-umana-animale-02Le pallide, gessose forme umane dell’artista coreana Xooang Choi possono avere parti mancanti o esagerate o moltiplicate, e tutte sembrano supplicanti, disperate e bisognose. Molte figure senza bocca e mute, esprimono una frustrazione profonda facilmente riconoscibile. Anche le forme color carne sembrano in difficoltà, come se catturate in un momento imbarazzante o difficile. Queste sculture, di piccole dimensioni, hanno un enorme impatto. Nella foto “The Islet of Asperger Type IV” (2009) si protende in un urlo silenzioso di disperazione.

Abner Marin

sculture-bizzarre-anatomia-umana-animale-09Con Abner Marin, un artista spagnolo con anni di esperienza nel 3D modeling digitale, le creazioni passano dai pixel dello schermo alla resina solida grazie alla stampa 3D. Nella foto troviamo “Caracolillo”, una creatura immaginaria che incarna un mix di fantasia e tecnologia. Ritratto in resina stampata 3D, rendering digitale in ZBrush. (foto di Jason Tarpley).

Jonathan Payne

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Jonathan Payne crea raccapriccianti creazioni che attirano l’attenzione. Nella serie più recente dell’artista californiano, “Fleshlettes,”  troviamo parti di corpo. Mani, bocche, denti, ed altri parti non facilmente identificabili, sono presentate con peli ispidi ed escrescenze tumorali, tutti color carne, per creare grumose forme grottesche che suscitano puro disgusto. Siamo disgustati, ma non riusciamo a smettere di guardare. Nella foto “Portia”.

Johnson Tsang

sculture-bizzarre-anatomia-umana-animale-05Bambini di porcellana folleggiano e saltellano nel lavoro di Johnson Tsang. I loro volti sono accattivanti, le guance paffute, le labbra increspate adorabilmente o con il broncio. Troviamo teste di adulti mutilate, rotte o schiacciate. Tsang, che vive a Hong Kong, crea anche ciotole tradizionali e piatti che sembrano essere in parte liquefatti, catturati nel momento prima di spargersi ovunque. Nella foto “Behind the Wall” (2015).

Masao Kinoshita

sculture-bizzarre-anatomia-umana-animale-04Riccorrendo ad una prospettiva antropomorfa, Masao Kinoshita mostra ciò che immagina esistere, sotto la pelle di esseri mitologici. Egli dà ad una menade greca e al dio indù Ganesha una muscolatura ed una struttura scheletrica umana. Le sue opere vengono percepite come un qualcosa di familiare ma al tempo stesso alieno; tutto è possibile, ma con una nota stridente. Nella foto “Il Minotauro”, un personaggio della mitologia greca, che aveva la testa di toro e il corpo di uomo.

Kate MacDowell

sculture-bizzarre-anatomia-umana-animale-11Kate MacDowell, un’artista americana, crea sculture surreali in porcellana di parti del corpo e dissezioni di animali. Unisce componenti che in natura non esistono. Il bianco puro del materiale mette in evidenza i dettagli realistici. Gran parte del suo lavoro riflette il tema dell’impatto tecnologico sul mondo naturale ed il modo in cui l’arte può esprimere il conflitto e lo sgomento; il messaggio delle sue opere è stato notato dall’artista Banksy, che ha voluto che MacDowell partecipasse a “Dismaland”. Nella foto “The God of Change” (2011).

Ronit Baranga

sculture-bizzarre-anatomia-umana-animale-07Dalla collezione di ceramiche da tavola, chiamate “Untitled Feast”, di Ronit Baranga, sporgono dita e bocche che aggiungono movimento a lavori altrimenti ordinari. Tazze e vasi sembrano attraversare il tavolo; piatti e ciotole anelano per la fame. Alcuni lavori di Baranga, che vive in Israele, sono stati esposti a “Dismaland”. Nella foto osserviamo uno dei 12 piatti della serie “Self-Feeding” (2012).

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