Gli enormi cambiamenti climatici, in particolare in tutta Europa, stanno causando enormi danni all’agricoltura e la perdita di milioni di euro. Ma per gli archeologi, questi gravi cambiamenti a volte li aiutano ad ottenere accesso a siti e reperti storici e preistorici prima irraggiungibili.
È il caso del Dolmen de Guadalperal in Spagna, una struttura di 7000 anni fa, un monumento megalitico composto da 144 pietre erette, alcune alte fino a due metri, disposte in maniera circolare. Situato nella provincia di Cáceres, questo monumento, che prima si trovava sommerso dalle acque, è ora completamente riemerso a seguito della grave siccità che ha colpito la zona.
Immagine: Ruben Ortega Martin/Raices de Peraleda
Immagine: 1080 Wildlife Productions
Spesso chiamata lo “Stonehenge spagnolo” per alcune somiglianze con il sito archeologico che si trova in Inghilterra, questa struttura è tornata alla superficie dopo 50 anni.
Infatti, l’area intorno al Dolmen de Guadalperal era ancora asciutta quando il monumento fu scoperto per la prima volta dall’archeologo tedesco Hugo Obermaier, che condusse uno scavo del sito a metà degli anni ’20. Il sito archeologico, per la maggior parte, è rimasto indisturbato fino a quando, nel 1963, il governo spagnolo ha voluto costruire una diga, creando un bacino idrico proprio attorno ad esso e inondando l’intera area. Il Dolmen de Guadalperal, una delle rovine più antiche del mondo, divenne così immerso.
Immagini: Landsat/USGSOggi, se un governo dovesse decidere di inondare un’area archeologica, ci sarebbe sicuramente la reazione immediata di storici e ricercatori, ma allora l’inondazione del dolmen fu semplicemente accettata. L’importanza degli studi archeologici non era infatti riconosciuta come come lo è oggi, e non esisteva alcun protocollo per la creazione di relazioni scritte che documentassero il contesto ambientale prima dell’approvazione di un progetto così imponente. Attualmente, sono moltissime le gemme archeologiche e storiche immerse nei bacini artificiali della Spagna.
Immagine: wikipedia
Il riemergere del Dolmen de Guadalperal ha senza dubbio entusiasmato gli archeologi. Si ritiene che le pietre usate per la struttura siano state trasportate nel 5.000 a.c. circa per 5 chilometri sulle rive del fiume Tago, il più lungo della penisola iberica. Doveva essere un luogo di sepoltura e un tempio per l’adorazione del sole.
Gli scienziati ritengono che, sebbene la sua forma attuale sembri quella di un cerchio aperto, il monumento fosse un tempo completamente chiuso, completo perfino di un tetto.
Immagine: Ruben Ortega Martin/Raices de Peraleda
Le persone entravano attraverso uno stretto corridoio ornato con incisioni e altre decorazioni per accedere alla stanza principale larga 5 metri, dove probabilmente venivano tenuti i defunti. Si ritiene inoltre che il monumento sia stato orientato attorno al solstizio d’estate, in modo che il sole splendesse sui loro antenati sepolti.
Immagine: wikipediaOra che il Dolmen de Guadalperal è riemerso, si sta pensando di spostare permanentemente il monumento in un luogo più alto e più asciutto, in modo che la struttura non subisca più danni alla sua superficie già erosa.
Nella sua posizione attuale, il dolmen si trova a poche decine di metri dal lago artificiale. È importante agire in fretta perché si sospetta che la siccità sia solo temporanea, il che significa che l’antica struttura potrebbe immergersi nuovamente tra un mese.
Immagine: wikipedia
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