Nell’era del coronavirus stiamo assistendo a molti episodi di solidarietà da parte di cittadini e imprese, che mettono a disposizione le loro abilità e risorse per aiutare gli altri in questo periodo difficile. Ma c’è anche chi decide di speculare sull’emergenza per arricchirsi. È il caso del gestore di un supermercato della catena Conad di Favria, in provincia di Torino, che, approfittandosi dell’aumentato afflusso di clienti che cercavano di fare scorte alimentari per uscire di casa il meno possibile, ha voluto “ritoccare” i prezzi. Al rialzo, ovviamente. Ecco così che i clienti del supermercato trovavano olio, pane e frutta a prezzi talvolta più che raddoppiati, anche rispetto agli importi pubblicizzati nei volantini. Un chilo e mezzo di arance, ad esempio, era passato da 1,30 euro a 2,89 euro, e perfino la colomba pasquale veniva venduta a 7 euro anziché 3,50.
In seguito alle segnalazioni, la Guardia di Finanza ha così accertato che i prezzi non rispettavano le offerte del circuito commerciale di cui fa parte il punto vendita, avendo subito aumenti che andavano, talvolta, ben oltre il 200%. Oltre a pane, olio e frutta, altri beni alimentari di prima necessità erano aumentati a dismisura, come il prosciutto, il caffè, la passata di pomodoro, olio d’oliva, e persino il cibo per gatti. Ovviamente, all’interno del supermercato non c’era traccia dei volantini pubblicitari con i prezzi dei prodotti, ma i finanzieri hanno controllato quelli sui siti internet della catena, constatando quindi l’imbroglio, compiuto all’oscuro della casa madre Conad. Non solo, ma la Guardia di Finanza ha anche accertato che il gestore aveva violato i decreti coronavirus, continuando a vendere beni che non sono di prima necessità.
Per il negoziante è scattata quindi la denuncia alla procura di Ivrea per “manovre speculative su merci”, reato che prevede multe fino a 25mila euro e la reclusione fino a tre anni.
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