Aveva visto quel pezzo di terra su internet e sembrava perfetto: pochi acri in una mesa nel sud del Colorado al prezzo di 3.000 dollari, esattamente la cifra che possedeva Rich Snyder. Rich ha 42 anni e viene dall’Iowa, dove un terreno agricolo costa circa 10.000 dollari all’acro. Non andò nemmeno a dare un’occhiata alla proprietà, era talmente entusiasta che chiamò subito l’agenzia per acquistarla. Era il 2015. Mai si sarebbe aspettato di trovare un ripiano roccioso e arido, tanto meno che si sarebbe innamorato di quel luogo e che avrebbe finito per spogliarsi di quasi tutti i suoi beni e finire tra le braccia di un popolo che non aveva mai incontrato.
Questa è la storia di come Rich Snyder, un idraulico e artista con uno stile di vita semi-nomade, è arrivato a fare i conti con la coscienza dell’America.
Immagine: AAron Ontiveroz, The Denver Post
Il sito web dell’agenzia immobiliare descriveva la maestosità del deserto in quella zona, la bellezza delle mandrie di cavalli selvatici e mostrava le grandi pianure. Snyder non pensò nemmeno a come sarebbe sopravvissuto in una mesa desolata. Era la sua occasione di possedere qualcosa, di vivere in un posto che non fosse in affitto, un posto dove lavorare alla sua arte e ascoltare Jimi Hendrix sul suo Stereo8 a nastro.
Immagine: utelandtrust.org
Dopo aver acquistato la terra, Rich vi trovò delle strane disposizioni di pietre, alcune delle quali formavano diversi caminetti sparsi lungo la collina. Con l’aiuto del padre e del fratello costruì una piccola casa dotata di pannelli solari. Nel frattempo, continuava a trovare manufatti di ogni tipo, come un’ascia di pietra, e un tavolo di roccia che gli sembrava fosse un tempo usato per scuoiare e macellare gli animali. Iniziò a chiedersi: chi possedeva quella terra prima di lui?
Snyder visse sulla sua terra in maniera intermittente per tre anni. Imparò ad amare le stelle cadenti e il vento che attraversa la valle. Ma saliva in lui la sensazione, alimentata dalle sue scoperte, che quella terra non appartenesse in realtà a lui.
A metà del 2018, va su utetribe.com, il sito web della riserva della tribù indiana (nativa americana) degli Ute, e scrive una semplice email: “Mi piacerebbe che veniste a vedere la mia terra e vorrei darla alla vostra gente, mi ha dato serenità vivere lì”.
Immagine: utelandtrust.org
Un rappresentante della tribù lesse l’email trovandola commovente ma, allo stesso tempo, dubbia. Perché qualcuno dovrebbe voler restituire la propria terra alla tribù degli Ute? Una storia di violenze e inganni spinge i nativi americani a guardare con sospetto gli invasori europei. Ma quando andarono a vedere la terra, i rappresentanti della tribù Ute capirono che l’offerta era concreta. “Questa è la vostra terra. Voglio restituirvela”, disse Rich.
Rich stima di aver speso 5.000 dollari di materiale e 4.500 dollari per la terra, e ora gli restavano solo un conto bancario vuoto, la sua Subaru, due cani e una capanna in affitto che non poteva nemmeno pagare.
È passato un anno, le finanze di Snyder stanno solo iniziando a riprendersi, ed è tornato a vivere in Iowa. Ma ha trovato quello che cercava: un senso di connessione con il grande West.
Immagine: utepac.com
“Non ho mai sentito un’energia simile in vita mia. Non ho mai fatto niente di così buono in vita mia”, ha detto. “Mi sento felice come uno che ha finito di pagare un mutuo di 30 anni”.
Ma a volte Rich si ritrova a sfogliare ancora gli annunci di terreni in quella zona. Forse, pensa, potrebbe esserci un posto anche per lui.
Immagine: AAron Ontiveroz, The Denver Post
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